Stretta sugli stranieri: tre svizzeri arrestati negli Stati Uniti

Le circostanze dei fermi restano poco chiare; si ipotizza un «overstay», ovvero un soggiorno oltre i termini consentiti.
Le circostanze dei fermi restano poco chiare; si ipotizza un «overstay», ovvero un soggiorno oltre i termini consentiti.
BERNA / WASHINGTON - Anche tre cittadini svizzeri sono finiti nel mirino delle autorità statunitensi per l’immigrazione (ICE). Il motivo – secondo quanto riferito dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) al SonntagsBlick – sarebbe riconducibile a un cosiddetto overstay, ossia un soggiorno illegale. In concreto, le persone interessate avrebbero superato la durata consentita del loro visto o dell’autorizzazione ESTA, il sistema di esenzione dal visto che permette di soggiornare negli Stati Uniti per un massimo di 90 giorni previa richiesta online.
Secondo il domenicale, non è chiaro per quanto tempo gli svizzeri coinvolti siano rimasti in carcere. Il DFAE non ha fornito cifre precise e si è limitato a dichiarare che «sono stati trattenuti fino al primo volo disponibile per la Svizzera». Nel frattempo, tutti e tre sono tornati in libertà. Il Dipartimento di Cassis non ha rilasciato ulteriori dettagli sugli arresti, invocando la tutela dei dati personali e della privacy. Resta tuttavia rilevante comprendere in quali circostanze siano avvenuti i fermi.
Nelle ultime settimane, intanto, i media hanno portato alla luce una nuova e controversa prassi di espulsione. ICE avrebbe arrestato una coppia di coniugi stranieri durante la procedura di richiesta della Green Card. Ufficialmente, il motivo sarebbe stato la scadenza del visto. Una vicenda analoga è stata raccontata dalla cittadina statunitense Audrey Hestmark all’emittente regionale NBC San Diego. Sposata da un anno con un cittadino tedesco, la coppia intendeva restare negli Stati Uniti e aveva presentato regolarmente la domanda per un permesso di soggiorno permanente, allegando tutta la documentazione nei tempi previsti. Tuttavia, durante l’intervista presso gli uffici di San Diego, tre uomini mascherati si sarebbero presentati per portare via il marito, apparentemente perché il suo visto era scaduto. Resta quindi aperta la questione se anche i tre cittadini svizzeri siano stati arrestati in circostanze simili. Il DFAE, interpellato, non ha voluto rispondere.
L'amministrazione Trump, intanto, sembra voglia rendere sempre più difficile anche l'immigrazione legale. All’inizio di dicembre è stato annunciato che, in futuro, per le domande ESTA potrebbero essere richieste informazioni aggiuntive, come gli account dei social media e gli indirizzi e-mail. Chi entra negli Stati Uniti potrebbe dover dichiarare le proprie attività su piattaforme quali TikTok, X o Instagram degli ultimi cinque anni. Un apposito documento è stato pubblicato dalle autorità di frontiera statunitensi nel Registro federale: la misura non è ancora in vigore e resta oggetto di discussione. Le autorità giustificano l’inasprimento con la necessità di «protezione contro terroristi stranieri e altre minacce».
Sul sito del DFAE nel mentre sono spuntate delle chiare indicazioni: i viaggiatori devono informarsi per tempo sulle norme di ingresso, soggiorno e sulle altre disposizioni vigenti. n caso di violazione delle prescrizioni, si rischia l'espulsione, l'arresto, la detenzione e/o una multa», viene altresì precisato. In caso di necessità, le persone coinvolte possono rivolgersi all’ambasciata svizzera negli Stati Uniti.




