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Scontro sulle versioni degli psichiatri, processo sospeso

Il dibattimento è stato interrotto per un quarto d'ora a causa di un battibecco tra l'avvocato difensore Steiger e il perito ingaggiato dall'accusa privata patrocinata dall'avvocato Mario Postizzi
Foto Ti-Press
Scontro sulle versioni degli psichiatri, processo sospeso
Il dibattimento è stato interrotto per un quarto d'ora a causa di un battibecco tra l'avvocato difensore Steiger e il perito ingaggiato dall'accusa privata patrocinata dall'avvocato Mario Postizzi
LUGANO - Dopo Carlo Calanchini, in aula entra il professor Ugo Fornari, psichiatra forense di Torino, consulente privato e tecnicamente testimone in ambito processuale. Di lunga esperienza nell'ambito della psichiatria forense, il profess...

LUGANO - Dopo Carlo Calanchini, in aula entra il professor Ugo Fornari, psichiatra forense di Torino, consulente privato e tecnicamente testimone in ambito processuale. Di lunga esperienza nell'ambito della psichiatria forense, il professore racconta di essere stato contattato nel maggio del 2012 dall'avvocato Postizzi, che rappresenta l'accusa privata. Postizzi ha sottoposto allo psichiatra di valutare la perizia prodotta dal dottor Calanchini.
 

Fornari condivide le conclusioni di Calanchini, che ha diagnosticato al Maier un disturbo narcisistico antisociale e con tratti istrionici. "Sono perfettamente allineato con Calanchini" ha ribadito il professore, che ha tenuto una sorta di lezione di psichiatria, in cui viene asserito che ognuno di noi porta dietro di sé elementi psicotici nel nostro comportamento: "Noi nasciamo psicotici e moriamo dementi" e invita a non dare troppo risalto a quelli che sono considerati "gli elementi di disturbo". "Quando valutiamo un teste non prendiamo in considerazione la malattia, bensì se la persona è capace di intendere e volere".

 

Il giudice allora ha chiesto in concreto da cosa divergesse la sua conclusione rispetto a Calanchini ed il professore ha specificato che "non si può ricavare dall'episodio, uno stato mentale - osserva il professore. Il soggetto è freddo, calcolatore, controllato - afferma Fornari riferendosi all'accoltellamento che ha provocato la morte di Diebold - Non c'è un momento in cui lo stato di coscienza sia alterato. Lo stato di coscienza è sempre lucido e presente, prima, durante e dopo l'atto complesso. Non è stata una coltellata, ma ve ne sono state diverse. E' un atto articolato, direi quasi pianificato, come pianificato è tutto ciò che avviene dopo. Sono rimasto molto colpito dal fatto che Maier abbia detto che lui e Diebold avevano problemi da un mese". A colpire il professore è stata l'espressione di Maier, quando ha detto che con Diebold si sentiva "una sedia". "Di solito avviene il contrario - osserva il professore - il narciso vede gli altri come delle cose che usa fin quando gli servono e poi butta via. E' il narciso offeso e ferito che deve ristorare la sua ferita. E la ristora come? Distruggendo chi lo ha offeso".

 

Anche il contro interrogatorio di Maier di ieri ha colpito il professore: "Il Maier era, nel mio immaginario, un gigante e il compagno di Diebold un nano". Per quanto riguarda l'insulto, il professore ritiene che quella frase offensiva non sia scatenante di un moto emotivo improvviso (non c'è stata la causa - effetto), ma sia, in parole povere, la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

 

L'avvocato Steiger, legale di Maier, nel prendere la parola ha dimostrato tutta la sua contrarietà nei confronti dei contenuti dell'esposizione del professore Fornari. In particolare l'avvocato si è arrabbiato nel sentire che l'uccisione sarebbe stata "pianificata": "Cosa intende lei per pianificazione? I vicini hanno sentito i rumori, il cadavere non è stato portato via. Cosa intende lei per pianificazione?" ha chiesto. Fornari ha risposto che per pianificato intendesse il momento in cui il Maier ha cercato di pulire l'appartamento. Poi di nuovo l'avvocato: "E il trasporto del cadavere c'è stato?" ha detto in modo fermo e a voce alta.

A quel punto il giudice, vista la tensione in aula, ha deciso di fermare il dibattimento per 15 minuti.

 

Dopo 15 minuti - Dopo un quarto d'ora di pausa il giudice Ermani ha chiesto al professor Fornari come mai giungesse a conclusioni differenti da quelle del dottor Calanchini. Per Calanchini, ricordiamo, non è importante quali siano le coltellate inferte, in quanto secondo lui vi è una scemata responsabilità nella prima fase dell'accoltellamento, originato dall'offesa di Diebold nei confronti del Maier.

 

Fornari ha ribadito il concetto della pianificazione: "Vedo una pianificazione del reato dal momento in cui Maier prende il coltello tra i vari coltelli che erano nel ceppo. Mi riesce difficile capire come possa essere scemata lievemente questa responsabilità per poi ripristinarsi successivamente". Ermani allora ha chiesto se "cambia qualcosa se il coltello fosse stato lì o se il coltello fosse stato sul pianale". E Fornari: "Per come si è poi svolta l'azione secondo me, no. Maier è una persona che vede comunque un coltello che funziona. Il coltello posato sul pianale era affilato e sapeva che quel coltello funzionava. Non era un giocattolo, ma un coltello tagliente. Non era un bicchiere, un salino o un pepaiolo".

"La sfortuna è stata che li c'era un coltello", ha osservato il giudice. "Ha inferto le ferite mortali - ha spiegato Fornari. Non può non aver visto che quel coltello funzionava. Non vedo molto differenza tra l'aver preso quel coltello sul pianale o l'averlo scelto nel ceppo. Io vedo la premeditazione" . E ancora il giudice: "Tra l'offesa e prendere il primo oggetto che capita tra le mani o andare a scegliere un coltello, tra l'altro quello giusto, vi è una differenza in termini di tempo di esecuzione". La risposta di Fornari chiarisce che "nel secondo caso è molto più complessa l'azione, in cui vi è una pianificazione più elaborata. E a mio modo di vedere richiede una certa lucidità e quindi il mantenimento di un certo sangue freddo".

Il dibattimento riprende alle ore 14, con la deposizione del dottore Frei.

 

 

 

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