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Spesa pubblica ticinese sotto la lente. Spendiamo di più, ma dove?

Ecco cosa rivela il confronto con gli altri Cantoni effettuato dall’istituto di ricerca BAK Economics di Basilea.
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Spesa pubblica ticinese sotto la lente. Spendiamo di più, ma dove?
Ecco cosa rivela il confronto con gli altri Cantoni effettuato dall’istituto di ricerca BAK Economics di Basilea.

BELLINZONA - Insieme al preventivo 2024, il Gran Consiglio ticinese ha approvato un’iniziativa che prevede una revisione della spesa dello Stato. L’obiettivo è capire come il Cantone utilizza le proprie risorse e individuare eventuali margini di miglioramento, senza ridurre in modo inadeguato i servizi alla popolazione.

Per svolgere questa analisi, il Cantone si è affidato all’istituto di ricerca BAK Economics di Basilea, che ha confrontato la spesa pubblica ticinese con quella degli altri Cantoni svizzeri. Il paragone, chiamato “benchmarking intercantonale”, riguarda 29 ambiti dell’azione statale, tra cui istruzione, sanità, sicurezza sociale e trasporti.

Meno centralizzazione, ma costi più elevati - Dallo studio emerge che in Ticino il Cantone finanzia una quota leggermente inferiore dei costi complessivi rispetto alla media svizzera: circa il 72% è a carico del Cantone e il 28% dei Comuni, contro una media nazionale del 77% a carico dei Cantoni. Questo indica una minore centralizzazione dei compiti rispetto ad altri Cantoni.

Tuttavia, considerando la spesa per abitante, il Ticino risulta complessivamente al di sopra della media: nei diversi ambiti analizzati, i costi pro capite sono in media superiori del 5%.

Il peso dei fattori strutturali - Una parte di questi costi più elevati è spiegata da fattori strutturali, come caratteristiche demografiche, sociali e territoriali. Secondo il BAK, il Ticino deve sostenere in media costi superiori del 4% rispetto ad altri Cantoni per offrire lo stesso livello di servizi. Gli svantaggi strutturali sono particolarmente evidenti nei settori dell’istruzione, della sanità e del sociale. In altri ambiti, come la scuola dell’obbligo e il sostegno sociale, emergono invece alcuni vantaggi.

Dove i costi restano sopra la media - Anche dopo aver corretto i dati per questi fattori strutturali, i costi “unitari” (cioè a parità di prestazioni) restano leggermente più alti della media nazionale. In particolare, incidono ambiti rilevanti dal punto di vista finanziario come i trasporti pubblici, la riduzione dei premi di cassa malati, il settore degli anziani, la formazione superiore e il sostegno sociale.

Nel complesso, il Cantone presenta un differenziale di costo stimato in circa 97 milioni di franchi per le attività prevalentemente a carico del Cantone. Questo valore non indica automaticamente risparmi realizzabili, ma segnala i settori dove approfondire l’analisi.

Uno strumento per decidere - Secondo il BAK, gli ambiti prioritari per una verifica delle prestazioni sono soprattutto la riduzione dei premi dell’assicurazione malattia e i trasporti pubblici, seguiti dai settori degli anziani, della formazione superiore (scuole pedagogiche, universitarie e professionali) e del sostegno sociale.

È però importante sottolineare che il benchmarking è solo uno strumento di supporto alle decisioni politiche. Costi più elevati non sono necessariamente “sprechi”: possono derivare da scelte consapevoli o da esigenze specifiche del territorio. Ogni eventuale intervento dovrà quindi tenere conto anche dei vincoli politici, istituzionali e sociali.

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