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LODRINO

La 21enne uccisa aveva una bimba di due anni

Il padre sarebbe proprio uno dei due uomini che quella notte l'hanno accompagnata verso la morte. I genitori della vittima: «Vogliamo tutta la verità».
Foto concesse dalla famiglia
La 21enne uccisa aveva una bimba di due anni
Il padre sarebbe proprio uno dei due uomini che quella notte l'hanno accompagnata verso la morte. I genitori della vittima: «Vogliamo tutta la verità».

LODRINO - Ana Maria, la 21enne rumena uccisa lo scorso 26 gennaio in un rustico sopra Lodrino, aveva una bimba di due anni. A rivelarlo sono gli stessi genitori della vittima che, come la stessa giovane, sono residenti in Italia. A cinque mesi dalla tragedia mamma Nadia si sfoga con tio.ch: «Ci sono troppe cose non chiare. Nessuno parla più di mia figlia. Non possiamo stare in questa situazione di confusione. Vogliamo tutta la verità».

«Si era fidanzata a Cremona» – A uccidere la 21enne con un coltello, stando alle ricostruzioni e all'esito dell'inchiesta, era stato un giovane proprio di Lodrino. Un ragazzo di 27 anni che era entrato in contatto con la 21enne rumena tramite internet. «È stato detto che mia figlia era una escort alle prime esperienze – rammenta la mamma –. Io non ci posso credere. Io e mio marito abitiamo in Italia da 10 anni, in Provincia di Monza e della Brianza. Ana Maria era arrivata in Italia tre anni fa. Poi si era fidanzata con un uomo rumeno che viveva a Cremona con cui aveva avuto una bimba».

«Che razza di storia è questa?» – Si tratterebbe proprio di uno dei due uomini che quella notte hanno accompagnato Ana Maria dall'Italia a Lodrino, fino al rustico in località A Fòrn. L'altro accompagnatore era invece il cugino del compagno della 21enne. «Ma come è possibile che proprio lui, il compagno, ha accompagnato mia figlia a un appuntamento del genere – si chiede la mamma di Ana Maria –. Che razza di storia è questa? Noi sappiamo che nostra figlia era venuta in Italia per lavorare in un albergo. Sono stata io stessa a portarla in Italia. Ana Maria era una bravissima ragazza. È giusto che tutti lo sappiano. Vogliamo darle dignità».

«Peso enorme» – Anche papà Vasile è affranto. «Questa confusione ci fa soffrire», sospira. L'autore del delitto si è sparato ed è morto qualche giorno dopo all'ospedale Civico di Lugano. «Lui non ci può dire più niente. Ma qualcun altro non ha detto tutta la verità. O forse ha raccontato bugie. Il compagno di nostra figlia non ci ha mai voluto parlare. Non ci ha mai spiegato nulla. Non possiamo vivere con questo peso enorme».

«Preoccupati per la bimba» – E poi c'è la questione della bimba di due anni che angoscia i genitori di Ana Maria. «Al momento – riprende papà Vasile – è affidata ai servizi sociali. È la nostra nipotina. Non sappiamo come fare per il suo futuro. Lottiamo anche per lei. È giusto che un giorno sappia come e perché è morta sua madre».

«Quell'uomo non ci ha mai dato spiegazioni» – A inizio febbraio è stato celebrato il funerale di Ana Maria in Romania, a Drăgănești-Olt, la cittadina di cui la famiglia è originaria. «Ma per noi il caso non è chiuso – ribadisce il padre –. Chi ha trascinato nostra figlia verso la morte deve assumersi le proprie responsabilità. Il compagno di Ana Maria era più maturo di lei. Non sappiamo che giri frequentasse. Non ha mai voluto darci spiegazioni dopo la tragedia di gennaio. Deve parlare. Deve dirci tutto».

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