La vita dello Zoccolino potrebbe allungarsi
Il gestore ha inoltre chiesto l’apertura fino a luglio
BELLINZONA - Qual è l’attuale situazione dell’Bar Osteria Lo Zoccolino di Bellinzona che entro il 30 giugno, così come richiesto dai nuovi proprietari dello stabile di Piazza del Governo, dovrà sloggiare? Questa mattina il gestore Alfonso Zirpoli ha tenuto una conferenza stampa durante la quale ha spiegato i passi fatti e quelli futuri. Ricordiamo che lo stabile sarà oggetto di ristrutturazione con sostanziali modifiche negli usi finali, traducibili in appartamenti e un’enoteca al posto dell’attuale Zoccolino.
Zirpoli ha spiegato in conferenza che da parte dei proprietari ci sarebbe stata una leggera apertura affinché l’Osteria possa continuare a “vivere” anche dopo la ristrutturazione dello stabile. Ipotesi ovviamente tutta da verificare in base agli accordi successivi. Rassicurazioni scritte in questo senso infatti non ce ne sono. Del resto lo stesso gestore ha tenuto a precisare che se i costi dell’affitto dovessero triplicare non potrebbe garantirne l’apertura. Zirpoli ha richiesto inoltre ai proprietari di poter garantire l’apertura del locale anche nel mese di luglio e di poter rinnovarla ogni mese, fino a quando non partiranno i lavori. Intanto, in caso di richieste negate, sta tuttavia predisponendo uno spazio privato dove poter continuare con gli apertivi musicali e i momenti culturali garantiti finora a Bellinzona.
Da sottolineare che sul caso, la politica di Bellinzona non ha finora preso alcuna posizione, né il gestore è stato contattato dal Municipio. Fatto rimarcato anche dal promotore di una raccolta firma a favore dello Zoccolino, Giorgio Genetelli.. “Abbiamo raccolto 580 firme – spiega Genetelli - che verranno inoltrate al Municipio e con questo gruppo nelle prossime settimane organizzeremo delle azioni. Lo Zoccolino è il paradigma di una socialità che non va distrutta. Non staremo con le mani in mano ma cercheremo far venire fuori il ruolo della politica, non tanto sulla questione tecnica, legale o edificatorie ma su quella etica. Su come la politica si pone nei confronti della socialità di una città , degli spazi pubblici di una città come Bellinzona, che è stata già castrata in questo senso”.
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