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Il mercatino Ticinocom chiude la sezione Incontri: "Troppe perversioni"

Pornografia dura, prostituzione online e lamentele degli utenti alla base della decisione. Il direttore: "Prima la qualità"
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Il mercatino Ticinocom chiude la sezione Incontri: "Troppe perversioni"
Pornografia dura, prostituzione online e lamentele degli utenti alla base della decisione. Il direttore: "Prima la qualità"
LOCARNO – Pornografia dura, appuntamenti al buio per persone vogliose di sesso, prostituzione online… Non ne poteva più Karl Heinz Frankeser, direttore di Ticinocom. Le inserzioni osé nel mercatino online della sua ...

LOCARNO – Pornografia dura, appuntamenti al buio per persone vogliose di sesso, prostituzione online… Non ne poteva più Karl Heinz Frankeser, direttore di Ticinocom. Le inserzioni osé nel mercatino online della sua azienda, uno dei più gettonati del Ticino, si moltiplicavano di giorno in giorno. Da qui la decisione di chiudere la sezione Incontri, frequentatissima. “Siamo dispiaciuti, ma davvero non si poteva più continuare così. Troppe perversioni da una parte, troppe lamentele da parte degli utenti ‘normali’ dall’altra”.

Nuovi trend – ‘Vendo Cialis’, ‘Vendo Viagra’. ‘Caccia alle meravigliose pastiglie blu’. Il mercatino di Ticinocom, da sempre gratuito, era ormai diventato terra fertile anche per i venditori di farmaci stimolanti le prestazioni sessuali. “Questa gente – spiega Frankeser – trovava ogni modo per infilare i loro annunci nella sezione Incontri. Per non parlare degli annunci legati alla prostituzione. Da quando sono stati chiusi i locali a luci rosse c’è stata una forte impennata”. 

Lavoro infernale – Nel frattempo i tecnici del provider locarnese hanno cercato di arginare il problema con i mezzi a disposizione. “Abbiamo bloccato centinaia di parole chiave. Invano. La volgarità, anche per quanto riguarda gli appuntamenti al buio, era sempre imperante. Noi dobbiamo anche fare un discorso di qualità, la nostra piattaforma è utilizzata molto dalle famiglie, non ci possiamo permettere un simile danno d’immagine e non possiamo rovinare in questo modo un servizio gratuito che dura ormai da 15 anni. Le proteste, motivate, di alcuni utenti ci hanno spinto a prendere questa sofferta decisione”.

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