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«I falli nella foto? Simili a gonfiabili da piscina»

È quanto scrive il procuratore pubblico straordinario Franco Passini sul caso Ermani
Ti-Press
Fonte LaRegione
«I falli nella foto? Simili a gonfiabili da piscina»
È quanto scrive il procuratore pubblico straordinario Franco Passini sul caso Ermani

LUGANO - «Simili a gonfiabili da piscina». È quanto scrive il procuratore pubblico straordinario Franco Passini per spiegare la foto che ritraeva due falli giganti che il presidente del Tribunale penale cantonale Mauro Ermani inviò tramite WhatsApp nel febbraio 2023 alla segretaria presunta vittima di mobbing da parte di una collega.

Foto che però non aveva i presupposti giuridici per il reato ipotizzato di pornografia. Traducendo: le accuse rivolte al giudice Mauro Ermani, dal punto di vista penale, sono prive di fondamento. I dettagli sono riportati oggi da LaRegione.

Si tratta della famosa immagine – uno dei capitoli salienti del "caos Tpc"’ – dei due grossi falli di plastica, con una donna seduta in mezzo, e la scritta "Ufficio Penale".

La decisione di Passini, datata 4 settembre, fa seguito alla segnalazione/denuncia inoltrata in luglio dagli allora giudici del Tribunale penale Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti. Per i due, sarebbe stato un chiaro caso di esposizione di rappresentazioni pornografiche ai sensi del secondo capoverso dell’articolo 197 del Codice penale. Ma per il procuratore Passini il reato di pornografia non c’è.

Il Tribunale federale, fa notare il pp, «definisce pornografia tutto ciò che è destinato ad eccitare sessualmente il consumatore, in cui la sessualità è talmente svincolata dalle sue componenti umane ed emotive che la persona è ridotta a puro oggetto sessuale di cui si può disporre a piacimento, oppure tutto ciò che è destinato a eccitare sessualmente lo spettatore e che pone un’enfasi esagerata sugli organi genitali nel senso della sessualità senza alcuna connotazione umana o emotiva».

Di qui l'applicazione nel caso in esame: «Il messaggio WhatsApp in parola raffigura una donna seduta su una panchina con ai due lati grossi falli (simili a gonfiabili da piscina) e una scritta "Ufficio Penale". Si tratta evidentemente di una "gag" composta da un’immagine e un gioco di parole, immagine che verosimilmente circola su applicazioni messaggistiche, i cui utenti, dopo averla ricevuta, spesso la ritrasmettono ai loro contatti telefonici. In tale immagine non si intravvede un carattere pornografico (destinato a eccitare sessualmente il consumatore), come richiesto dall’art. 197 capoverso 2 CP (Codice penale, ndr), per cui non sussistono i necessari elementi costitutivi di reato». L’immagine, continua il procuratore straordinario, «potrebbe, tuttalpiù, essere considerata come molestia sessuale ai sensi dell’art. 198 cpv. 2 CP. Tale reato è tuttavia perseguibile solamente su querela di parte lesa. Nella fattispecie non risulta che la destinataria del messaggio, entro il termine di tre mesi di cui all’art. 31 CP, abbia sporto querela contro Mauro Ermani».

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