Sosteniamo la Global Sumud Flotilla e i camalli di Genova

Gioventù Comunista
Mentre il genocidio del popolo palestinese per mano di Israele procede nella più totale omertà e complicità dei governi occidentali, sui porti del Mar Mediterraneo sta prendendo forma una resistenza popolare che si pone due importanti obbiettivi: da un lato quello di rompere il blocco di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza; dall’altro quello di bloccare l’invio di armi al regime di Tel Aviv.
Il primo di questi due propositi lo sta portando avanti la Global Sumud Flotilla, un insieme di imbarcazioni provenienti da 44 paesi del mondo che mira a portare viveri alla stremata popolazione di Gaza rompendo il criminale blocco imposto dall’entità sionista.
Un’azione analoga era già stata tentata pochi mesi fa dalla nave Madleen, dirottata dall’esercito israeliano in un vero atto di pirateria internazionale, a seguito del quale l’equipaggio di attivisti disarmati è stato rapito.
Il blocco dell’invio di armi è invece un obiettivo che sta venendo coraggiosamente perseguito dai camalli di Genova, i quali tentano quotidianamente di bloccare i carichi di materiale bellico usati da Israele per smembrare i civili palestinesi ed inviati dai paesi occidentali. Sempre i camalli hanno riferito l’altro giorno che – nel caso Israele ripeta il dirottamento anche nei confronti della Global Sumud Flotilla – interverrà “bloccando tutta l’Europa”.
La Gioventù Comunista sostiene convintamente gli sforzi dei camalli e della Global Sumud Flottilla. Quelle promosse non sono solo azioni utili ad attirare l’attenzione internazionale sul genocidio in corso nella Striscia di Gaza, ma sono anche occasioni fondamentali per andare a costruire una coscienza di classe capace di compiere atti concreti come quelli che compiono i marinai e gli scaricatori genovesi e di altri porti in Europa.
Ricordiamo in conclusione che tali iniziative fatte in buona fede da singoli e gruppi di cittadini non possono essere una scusa usata dai governi occidentali per pulirsi la coscienza e disimpegnarsi da azioni concrete. Se davvero questi si definiscono così democratici, ascoltino i popoli, smettano di sostenere la macchina della morte in azione a Gaza e delegittimino definitivamente l’ideologia sionista! Palestina libera!




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