Intervento di Michele Malfanti sul Consuntivo 2024

Consigliere comunale del Centro Michele Malfanti
Il Consuntivo 2024 passerà nella piccola storia dei libri contabili della Città di Lugano senza lasciare grandi tracce di sé. Ma non per demeriti propri. Anzi, non si può certo affermare che quello del 2024 sia, a livello di numeri e in relazione al preventivo, un bilancio negativo. Ed in fondo è quello che si chiede ad un consuntivo, documento principalmente contabile, che misura e verifica tuttalpiù l’attuazione delle proposte, quelle sì più di carattere programmatico e politico, del suo relativo preventivo.
I conti 2024 si chiudono praticamente in pareggio, con un piccolo disavanzo di -2.0 milioni di franchi, a fronte dei -9.0 milioni previsti. Un miglioramento che, ancora una volta, è dovuto in buona parte a maggiori ricavi da sopravvenienze - seppur con un peso minore rispetto al passato - e a qualche sforzo riconoscibile nel contenimento della spesa, di cui si deve dare atto al Municipio, attestato da un -0.7% rispetto al preventivo. Lo si potrebbe archiviare così, senza troppo clamore. Eppure, non è questo il punto. La realtà è che il Consuntivo 2024 arriva in un momento in cui altri temi urgenti, e ben più ingombranti, lo hanno già spinto fuori scena.
Vale tuttavia la pena ricordare, perché è il Municipio stesso che ce lo attesta con schiettezza nel messaggio sul Consuntivo, un passaggio che ci pare rivelatore ed è a nostro parere indice di una situazione di stallo: ‘il 2024 si caratterizza (…) come il secondo anno, dal 2016, con il più limitato miglioramento dei risultati a consuntivo, a riprova di una difficoltà a superare le previsioni in assenza di eventi straordinari rispettivamente non prevedibili’. In altre parole, la struttura del bilancio è bloccata, non ci sono margini di miglioramento se non intervenendo con decisione nella struttura stessa dei conti.
Ecco, il dibattito sul Consuntivo 2024 è stato così rapidamente metabolizzato o, meglio, anestetizzato, senza troppi strappi accantonato da tre elementi chiave:
- le prime conseguenze dell’approvazione del Preventivo 2025, con i 10 milioni di risparmi imposti al Municipio;
- l’attesa del nuovo piano degli investimenti e delle dismissioni patrimoniali;
- l’elaborazione - infine - del nuovo e più credibile ‘Piano Finanziario 2026 - 2033’, in sostituzione (ma è essere indulgenti) di quello irrealistico del ‘2025- 2028’, già ritenuto dal Municipio stesso così poco praticabile, da essere bollato come ‘piano finanziario provvisorio’.
Si capisce bene quindi come ci si trovi in un tempo di sospensione, in cui si attende - e si pretende - concretezza, nelle scelte e nelle decisioni. Quelle sì faranno discutere e animosamente. È quindi chiaro che il dibattito sui numeri consuntivi lasci doveroso spazio a uno sguardo in avanti.
Il preludio lo si è potuto sperimentare in occasione della presentazione alla Commissione della Gestione dei 10 milioni di ‘risparmi’ attesi. Le cui modalità di presentazione sono apparse frettolose e, agli occhi della Commissione, non sufficientemente approfondite e contestualizzate. È innegabile che siano stati individuati i 10.0 milioni di minori spese rispetto alle poste di preventivo, invocati dal Consiglio comunale. Ma è un dato di fatto che non siano stati rispettati i paletti fissati, che escludevano (almeno in questo primo passaggio), tagli alla scuola e alla socialità. L’impressione è che con questo esercizio si sia sfiorata solo la superficie (si è fatto riferimento ‘al far giù la polvere dai mobili’) ma non sia stata affrontata dal Municipio la riflessione profonda che era lecito aspettarsi, senza affrontare i nodi veri. Si è cominciato a mettere veramente in discussione le modalità di lavoro dell’Amministrazione? Sono state intraprese vere ed efficaci analisi sull’organizzazione e sulle procedure di lavoro? Temiamo di no. Le misure sembrano più simili a tagli lineari e imposizioni trasversali, senza un pensiero riformatore alle spalle.
In questo scenario, emerge anche una preoccupante perdita di collegialità e coesione all’interno del Municipio. Un’ulteriore frantumazione dell’organo esecutivo, a cui non sono certamente estranee e anzi contribuiscono, le ancora recenti uscite a singola voce e in ordine sparso, riguardo il peso sul debito del finanziamento del PSE o l’imperativa necessità di ingenti costi per il polo congressuale al Campo Marzio, allorquando il ministro delle finanze ammonisce sulla necessità, altrettanto imperativa, di contenere a livelli minimi gli investimenti stessi. Sappiamo che sono momenti critici e complessi, ma, e mi rivolgo direttamente al Municipio, così non va bene. Serve coesione, serve una strategia condivisa. Serve una rotta chiara. E una comunicazione che sappia sostenere tutto ciò.
In occasione dell’allestimento dei prossimi documenti finanziari - a partire dal Preventivo 2026 - il gruppo del Centro rinnova al Municipio l’invito al realismo e a fondare il proprio lavoro su alcuni parametri di base, già più volte evidenziati dalla Commissione della Gestione:
- un organico stabile con personale di ruolo attestato a circa 1'300 unità
- il livello di spesa corrente, sui 460-470 milioni di franchi
- investimenti netti nell’ordine dei 60.0 milioni di franchi annui.
Indicazioni queste che devono essere valutate e modulate nell’ambito delle necessità imposte dal piano di risanamento finanziario; non certo obiettivi astratti fini a sé stessi.
Siamo ben coscienti che con il Preventivo 2026 il moltiplicatore verrà ritoccato verso l’alto, ma ci aspettiamo che questo aumenti - per il momento - al massimo di 3 punti, coerentemente con l’entrata in servizio del PSE1.
Tanto più che nel 2026 verrà a disposizione unicamente lo stadio e non anche il palazzetto dello sport, e per di più ad anno contabile già iniziato. Ciò che ci preoccupa, lo diciamo con franchezza, sono le difficoltà nell’affermare una visione progettuale a medio-lungo termine convincente, capace di orientare con chiarezza le scelte strategiche della Città. E il cruccio che ne deriva, riguarda la necessità di un deciso cambio di passo da parte del Municipio nell’affrontare il tema. La Città di Lugano non potrà nei prossimi quadrienni misurarsi e confrontarsi principalmente su rinunce ad investimenti, tagli di spesa, risparmi, vendite e dismissioni di proprietà pubbliche. Non può essere questa la città del futuro. Non può essere la Lugano del felice motto: ‘Lugano, città del mio cuore’. Lugano è una Città che non può rinunciare ad essere propositiva e dinamica. Una Città che investe, in progetti concreti - misurati e da portare a termine -, così come in idee e soprattutto nel suo ruolo di polo economico e istituzionale. È giusto e doveroso cercare nuove vie per diversificarsi, ma basta il plan-B e puntare sul Bitcoin per profilarsi in tal senso?
Restano sempre sul tavolo, irrisolti, annosi problemi, che vanno affrontati con decisone. Sono sempre più d’inciampo ad uno sviluppo e al rafforzamento dell’autonomia comunale, alla trasparenza dei flussi finanziari con enti terzi, alla maggiore efficienza dei servizi. I rapporti e le relazioni con il Cantone devono essere chiariti sia a livello istituzionale che finanziario, e impostati su basi che tengano conto dell’effettivo stato delle cose. A livello regionale sarebbe tempo di dare forma e sostanza al ruolo di polo che nei fatti la Città di Lugano già ricopre, arrivando a riconoscere i ‘contributi di centralità’, per servizi e infrastrutture che offre ben oltre i propri confini comunali. L’amara impressione è che la nostra Città, oggi, non abbia più il peso politico né la capacità di persuasione necessari per far valere le proprie ragioni o per avanzare proposte di soluzioni praticabili.
Ciò non dimeno, come già ricordato in altre occasioni, il gruppo del Centro non farà mancare il suo sostegno, dovesse anche essere critico, al Municipio, per individuare le misure di risparmio e garantire coraggiose e necessarie riforme, così da poter procedere con il risanamento dei conti e recuperare un equilibrio finanziario stabile e duraturo. Perché una Lugano che funziona è una Lugano efficiente, progettuale e fiduciosa. Che guarda avanti. Con serietà. E con visione.