La Posta: centro di sviluppo It in Portogallo (120 impieghi), anche no!

Moreno Colombo
Chi vi scrive non ha mai “digerito” il passaggio delle regie federali alla forma della società anonima, seppure, l’intera proprietà sia rimasta della Confederazione. La popolazione – saggiamente - dovrebbe analizzare cosa è successo dal 2010 ad oggi e, forse, per iniziativa popolare, chiedere il ritorno alle origini.
Infatti, seppure, si sia cercato, grazie all’intervento dei Municipi locali e di privati cittadini (agenzie postali), di rimanere vicini alla popolazione, il servizio è andato peggiorando di anno in anno.
Contesto nel modo più assoluto la volontà de La Posta di delocalizzare tramite “centro di sviluppo IT” in Portogallo (Lisbona) dove assumerà - sul medio termine - fino a 120 collaboratrice e collaboratori informatici (profili qualificati).
Ora le università Svizzere, tra cui anche l’USI di Lugano, forma annualmente informatici e lo stipendio per un ingegnere informatico è di tutto rispetto e permette di vivere dignitosamente e di creare e di sostenere una famiglia (si vuole risparmiare sugli stipendi?). La prevista scelta è da considerarsi scellerata e irrispettosa della popolazione Svizzera che, con sacrifici importanti, permette ai loro figli di formarsi. Il Consiglio Federale deve intervenire immediatamente in difesa del mercato del lavoro della propria popolazione.
Anche l’art. 22 lett. b) della Legge sulle Poste prevede che la Commissione delle Poste debba verificare che le condizioni di lavoro del settore (questo vale per il personale in carica ma anche per le future leve).
Ritengo che anche i Sindacati debbano intervenire con fermezza e al più presto su questa prevista delocalizzazione altrimenti mi chiedo quale sia il loro compito!
Il Governo federale ed il Parlamento fermino immediatamente questa inopportuna scelta e si dia la priorità di meglio difendere il mercato del lavoro interno in ogni occasione!




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