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Cadillac ATS Coupé - La scalata continua

È stravagante, certo, ma se vi piacciono le sue linee sappiate che non ha (quasi) nulla da invidiare alle sue blasonate rivali europee.
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Cadillac ATS Coupé - La scalata continua
È stravagante, certo, ma se vi piacciono le sue linee sappiate che non ha (quasi) nulla da invidiare alle sue blasonate rivali europee.
La possibilità è piuttosto remota, ma qualora vi trovaste a seguire una Cadillac ATS Coupé lungo la vostra strada, ne siamo certi, non impiegherete che qualche secondo per distinguerla dalla berlina a quattro porte da cui de...

La possibilità è piuttosto remota, ma qualora vi trovaste a seguire una Cadillac ATS Coupé lungo la vostra strada, ne siamo certi, non impiegherete che qualche secondo per distinguerla dalla berlina a quattro porte da cui deriva. La carreggiata è diventata larga, molto più larga che sulla sedan. Mostra i muscoli, ha le spalle grosse: dei generosi passaruota che avvolgono i grossi pneumatici posteriori quasi a voler sottolineare la trazione sta proprio li, sulle ruote giuste. Anche se in realtà la trazione può anche essere integrale, per la gioia di noi elvetici. Tuttavia, se già la ATS e più in generale tutte le Cadillac possono considerarsi senz’ombra di dubbio delle automobili dalla forte personalità, la versione Coupé è ancora più dinamica ed espressiva. Nell’aspetto come nella guida.

Fondamentalmente possiamo rifarci al nostro primo contato con la ATS avvenuto nell’autunno del 2012. La sostanza, di fatto, non cambia. C’è un motore due litri turbo dall’importante cavalleria (276 cv) e soprattuto con una coppia (400 Nm) inarrivabile per la concorrenza. Un motore rotondo, sempre presente, che nonostante il sesto rapporto molto lungo riesce a recuperare un buon passo anche dai bassi regimi, visto che superati i 2’000 giri l’allungo non manca di certo. È sicuramente inusuale vedere un quattro cilindri nel vano motore di una vettura americana, ma non abbiamo sentito la mancanza di un otto tantomeno di un sei cilindri. E il portafoglio, quando arrivi al distributore, ringrazia. Fondamentalmente la ATS Coupé è un’auto paciosa, tranquilla, in cui il comfort è unicamente intaccato dagli pneumatici Runflat - qui, la concorrenza tedesca, riesce ad essere un filo più vellutata. Tuttavia - e proprio qui viene il bello - nel momento in cui si vuole risvegliare la modalità “Sport” vi ritrovate tra le mani un’automobile più reattiva e diretta di una BMW Serie 4, capace di percorrere le curve in modo neutro e con una stabilità del posteriore sempre rassicurante. Senza dimenticare un veloce cambio automatico molto piacevole nell’azionamento tramite le leve in magnesio.
 
Questo è il terzo modello a cui Cadillac da vita partendo dalla nuova piattaforma a trazione posteriore, e per la terza volta non smette d stupire. L’intento dichiarato è quello di affermarsi si globalmente, ma in particolare di rafforzare la propria presenza in Europa. Perché se vai forte in Europa vai forte ovunque. Vero. E per farlo si è fatto un buon lavoro ingegneristico (distribuzione delle masse al 50% tra i due assi, basso centro di gravità) adottando soluzioni tecniche raffinate (schema sospensioni mutilink a 5 leve con ammortizzatori a controllo magnetico che si regolano 1’000 volte al secondo) e acquistando parecchi componenti nel vecchio continente (lo sterzo da ZF, i freni anteriori da Brembo). Non si sono fatti mancare niente, nemmeno una messa a punto lungo il celebre Nürburgirng.
 
Il rapporto qualità/prezzo è un’altra delle chiavi fondamentali per meglio comprendere la validità del prodotto, dato che il prezzo di partenza si situa a 53’800 franchi e non è seguito da una lista chilometrica di accessori che nessuno vuole (o può) comprare. È stato addirittura aggiornato il sistema di infotainment denominato CUE (Cadillac User Interface) la cui più grande novità consiste in un apposito spazio ricavato sotto di esso in cui poter caricare il proprio smartphone per induzione, senza cavi. A partire da Novembre saranno in totale tre i modelli concorrenziali che il marchio americano potrà schierare in Europa. Le vendite, senza troppe illusioni, resteranno sempre di nicchia. Ma del resto sono all’inizio di un percorso di rilancio, e se i nuovi modelli non si riescono a vendere da subito, l’importante è cambiare la percezione che l’opinione pubblica ha del marchio. Noi, che i modelli li abbiamo guidati tutti, possiamo solo suggerire quanto segue: provare per credere.
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