Chevrolet Captiva: Coreana in salsa barbecue

Un restyling estetico, contenuti tecnologici aggiornati e nuovi motori. Ma la Captiva rimane fondamentalmente la stessa di prima.
Un restyling estetico, contenuti tecnologici aggiornati e nuovi motori. Ma la Captiva rimane fondamentalmente la stessa di prima.
GLI ANNI DELLA SVOLTA - Lo avevamo già detto durante la prova della Orlando il mese scorso: le Chevrolet di nuova concezione sono un bel po’ avanti (qualitativamente parlando) rispetto ai modelli ancora ereditati dalla coreana Daewoo. La Captiva, purtroppo, è ancora uno di questi ultimi. Per reggere la concorrenza del mercato e vendere ancora per qualche anno, in attesa di un modello nuovo, si è concessa un Restyling estetico, tecnico e di contenuti, che l’ha aiutata a migliorare dove si poteva, pur non cambiandola radicalmente. Dopo la prima prova effettuata a febbraio in Austria, ecco un test più approfondito.
IDENTITÀ FAMIGLIARE - Il lato estetico, impossibile negarlo, è quello che più di tutti riesce ad avvicinare i potenziali clienti alla Captiva. Il frontale è molto riuscito, di aspetto importante e marcatamente riconoscibile come Chevrolet, aiutandola a conquistare un po’ di carattere che purtroppo svanisce nella parte posteriore, rimasta piuttosto anonima. Buono il colpo d’occhio pure all’interno dell’abitacolo. La plancia si presenta ordinata e bella da vedere, pur con qualche richiamo fin troppo evidente alle Infiniti (inteso come marchio automobilistico) nella parte alta della consolle centrale.
BUONO LO SPAZIO, UN PO’ MENO LA QUALITÀ – Nonostante la buona impressione ottica, i materiali utilizzati per la Captiva restano in buona parte di stampo economico, tanto che premendo con forza qualche pulsante della plancia accade di sentire qualche scricchiolio. Note positive provengono invece valutando lo spazio a bordo: qui come sulla Orlando i 7 posti sono ben sfruttabili ed un ampio bagagliaio da 769 litri dal piano di carico piatto, che pecca unicamente per le due sporgenze laterali che però diventano comodi per il sesto ed il settimo passeggero posteriori in quanto fungono da poggiabraccio e porta bibite.
ANCHE QUI, IL DIESEL VINCE – Tra le novità di questo restyling vi sono anche quattro nuovi motori, di cui noi abbiamo provato un 2.4 benzina da 167 cavalli, che pur essendo solo un 4 cilindri ci è parso abbastanza “pieno” ai bassi regimi e il cambio manuale a 6 rapporti, nonostante peccasse in precisione, lo rendeva più sfruttabile. Su strada il SUV della Chevrolet pensa alla comodità con un assetto morbido, penumatici dalla spalla alta e una discreta insonorizzazione. Positivo è il fatto che la scarsa propensione al brio viene percepita da chi guida, evitando il crearsi di situazioni pericolose. Tornando al motore, nota dolente per i consumi: i circa 11 litri ogni 100km registrati durante la prova sono troppi, specie considerando che il motore è tutt’altro che grande o potente. Come sulla Orlando, la scelta ottimale si otterrebbe con un Diesel, in particolare quello da 184 cavalli che provammo sulle strade dell’Ötztal: offre più brio e garantisce consumi minori.
| Modello | Chevrolet Captiva |
| Versione | 2400 LT 4WD |
| Motore | 4 cilindri in linea, benzina, aspirato |
| Cilindrata | 2'384 cc |
| Potenza | 167 cv @ 5'600 giri/min. |
| Coppia | 230 Nm @ 4'600 giri/min. |
| Trasmissione | Cambio manuale a 6 rapporti, trazione integrale |
| Massa a vuoto | 1'868 kg |
| Accelerazione 0-100 km/h | 10,3 secondi (dichiarato) |
| Velocità massima | 186 km/h (dichiarato) |
| Consumo misto | 9,3 litri/100 km (dichiarato) |
| Prezzo base | 38'990 CHF |
| Prezzo vettura provata | 41'450 CHF |









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