UN RESTYLING PROFONDO – Frontale e posteriore sono stati profondamente ristilizzati tanto che, per dare più importanza al nuovo aspetto, Fiat ha pensato bene di rinominare la sua utilitaria di punta: da Grande Punto a Punto Evo. Stessa sorte per la gemella sotto il segno dello scorpione, la quale oltre paraurti e fari, sfoggia nuovi spoiler. Un restyling che ha fatto discutere molto, forse perché non necessario vista la riuscita opera di Giugiaro con la Grande Punto. Internamente invece, i cambiamenti sono più importanti. Il cruscotto completamente ridisegnato assume un design più latino, meno classico rispetto la versione precedente. Plastiche e assemblaggio sono nella media nel segmento, con qualche chicca di merito: la palpebra della strumentazione in pelle con cucitura bicolore e la strumentazione in stile Ferrari (anche se il fondo scala a 270 km/h è decisamente fuori luogo). I sedili (optional) sono sicuramente la parte più bella dell’abitacolo: un misto pelle stoffa di buona qualità, comodi e con un buon contenimento laterale, danno un tocco sportivo e di classe agli interni.
UN PRESTIGIO DA MANTENERE – Anzi, un doppio prestigio. Il primo è dovuto alle sue antenate più lontane, quello della Uno turbo i.e. e della Punto GT: piccole vipere senza fronzoli. Le prestazioni molto elevate e l’ottima posizione rispetto la concorrenza sono state perse con la versione HGT, ed è proprio con Abarth che Fiat ritenta di imporsi tra le piccole ad alte prestazioni. Il secondo è quello di rispettare il marchio Abarth, quando ai tempi della vecchia 500 le versioni preparate avevano il doppio della potenza rispetto alle versioni originali. Chiaramente la differenza di potenza oggigiorno si riassume in una manciata di cavalli, potenza che poteva essere venduta tranquillamente sotto stemma Fiat. Tutto sommato l’operazione di marketing di 500 e Grande Punto/Punto Evo è riuscita, grazie alla linea grintosa e le ottime prestazioni della prima, e l’ottimo rapporto qualità/prezzo della seconda. Per i più esigenti si può salire ancora di qualche gradino, passando per le versioni “esseesse” (160 cv per 500 e 180 cv per Punto Evo), sino alla 695 tributo Ferrari (180 cv e cambio sequenziale esclusivamente per la piccola 500).
UN’AUTO SICURAMENTE PIACEVOLE DA GUIDARE – Purché sia utilizzata in modalità Sport (questo agisce sulla taratura dell’acceleratore e diversi parametri del motore). A differenza della cugina MiTo QV, non sono previste le sospensioni elettroniche, mentre è dotata dello stesso sistema di differenziale elettronico TTC (Torque Transfer Control). Tirando le somme dunque, la piccola torinese pepata si è dimostrata piacevole in ogni percorso, dalle tortuose montagne all’autostrada, e il prezzo relativamente contenuto ne fanno un ottimo affare per chi cerca qualcosa di particolare, senza dover sborsare dei quattrini per la lista di accessori
Testo di Francesco Greco
Foto di Carlo Simoni
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