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GUERRA IN UCRAINA

L'Europa blinda Kiev e punta a forti garanzie di sicurezza

Sull'adesione dell'Ucraina alla Nato - che Mosca ritiene irricevibile - gli europei non hanno ancora ceduto completamente.
Imago
Fonte ats
L'Europa blinda Kiev e punta a forti garanzie di sicurezza
Sull'adesione dell'Ucraina alla Nato - che Mosca ritiene irricevibile - gli europei non hanno ancora ceduto completamente.

BRUXELLES - «I leader europei hanno mostrato forza, il prestito da 90 miliardi avrà un impatto sui negoziati». Evaporate parzialmente le tossine post-summit, l'Ue prova a ripartire dalle parole di Volodymyr Zelensky, abile nell'esaltare il lato positivo del fallito accordo tra i 27 sull'uso degli asset. Sull'Ucraina la posizione dell'Europa non cambia. E, a partire da aprile, Kiev potrà contare sulle risorse del Vecchio continente per continuare a difendersi.

Prossima tappa Miami - Come ha anticipato Zelensky, l'intesa sul prestito da 90 miliardi non potrà non finire sul tavolo dei colloqui di Miami, dove sono atterrate la delegazione di Washington e quella di Mosca. E dove potrebbero sopraggiungere anche i negoziatori ucraini. Non è chiaro, invece, se in Florida saranno invitati anche gli europei. La posizione di Bruxelles, chiaramente non terza rispetto alle parti, potrebbe portare ancora una volta l'Ue a entrare nei negoziati in un secondo momento. Ma già in due occasioni l'Europa ha dimostrato di essere in grado di far saltare i piani di pace americani. L'Ue chiede garanzie di sicurezza ferree, che vanno dalla presenza delle truppe dei Volenterosi sul terreno alla blindatura dell'ingresso di Kiev nell'Unione. Sull'adesione dell'Ucraina alla Nato - che Mosca ritiene irricevibile - gli europei non hanno ancora ceduto completamente. Parlando ai 27 Zelensky ha chiarito che non è una sua scelta e che, anzi, l'ingresso dell'Alleanza sarebbe la migliore delle garanzie di sicurezza.

Sicurezza dell'Europa - Se sul punto dei territori l'Ue seguirà le indicazioni di Zelensky su quello delle garanzie dirà la propria partendo da un assunto: la sicurezza di cui si parla non è dell'Ucraina ma dell'Europa. Al summit dei 27, diversi leader, a cominciare dalla presidente di turno Mette Frederiksen, hanno ribadito la loro convinzione che Vladimir Putin non si fermerà. E che anche dopo un'eventuale pace, i rapporti con gli europei non torneranno come prima. A gennaio l'Ue lavorerà ad un nuovo pacchetto di sanzioni. I contorni sono ancora indefiniti - c'è chi punta ad aumentare l'isolamento commerciale di Mosca, chi a ridurre ulteriormente la libertà di movimento dei russi in Europa - ma l'obiettivo è quello di farlo entrare in vigore entro il 24 febbraio, quarto anniversario di guerra. Parallelamente, la Commissione e i Paesi membri puntano ad accelerare l'attuazione dei programmi di riarmo. I sempre più crescenti sospetti di un disimpegno di Donald Trump hanno aumentato il senso di urgenza di molti leader, a cominciare dai nordici.

Aumenteranno anche le interconnessioni dell'industria della difesa ucraina e di quelle europee. A Kiev, Zelensky e il premier portoghese, Luis Montenegro, hanno firmato una partnership per la produzione di droni marittimi. Sulle sanzioni e, in prospettiva, sull'allargamento, l'Ue dovrà comunque fare in conti con il cosiddetto Visegrad3, il terzetto sovranista formato dal ceco Andrej Babis, dall'ungherese Viktor Orban e dallo slovacco Robert Fico. Il leader magiaro non perde giorno per attaccare le strategie Ue ma il sì al prestito da 90 miliardi è arrivato anche con il suo placet. L'Europa non ha più voglia di essere ostaggio di Budapest, come ha dimostrato il ricorso all'articolo 122 e alla maggioranza qualificata per il congelamento sine die degli asset. L'esperimento potrebbe essere ripetuto, con buona pace di chi vuole fare di tutto per evitare un'Europa a più velocità. Prima di salutare i 27 il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha regalato loro le Memorie di Jean Monnet. Sottolineando un passaggio: «Quando il problema diventa lo stesso per tutti e tutti condividono la stessa preoccupazione di risolverlo, le differenze e i sospetti scompaiono».

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