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«In questo film non ammazzerò le donne»

È arrivato il momento de "Lo specchio", il sequel del cult "L'autostop": Carlo Sortino è il nuovo ospite di TioTalk
«In questo film non ammazzerò le donne»
tio/20minuti
«In questo film non ammazzerò le donne»
È arrivato il momento de "Lo specchio", il sequel del cult "L'autostop": Carlo Sortino è il nuovo ospite di TioTalk

SAVOSA - 75 anni, quasi 76, e non sentirli affatto. Carlo Sortino è il solito uragano di vitalità ed entusiasmo: il 29 ottobre ha presentato a Torino il suo ultimo film, "Lo specchio", che verrà presentato giovedì 6 novembre al Cinema Forum di Bellinzona. Attenzione: l'evento non è aperto al pubblico ma si tratta a tutti gli effetti di una proiezione privata, alla quale si accede solo su invito.

«In questo modo il film resta "vergine" e sarà possibile inviarlo ai concorsi» ci ha spiegato nel corso del nuovo episodio di TioTalk, il vodcast di Tio/20minuti. Per "Lo specchio", che non è altro che il seguito del suo cult assoluto "L'autostop", la regista è stata affidata al torinese Emanuele Zagaria, che si è occupato anche della sceneggiatura con Elviro Entrofasi. Sortino, per tornare a impersonare l'iconico killer, ha posto una condizione: «Né regista né niente: io, se volete, faccio solo l'attore». La richiesta è stata accettata «ed è stata un'esperienza fantastica, così sciolto da tutti i legami della regia, delle location, di tutto quanto concerne la produzione di un film».

Se nel film di otto anni fa (forte di due milioni di visualizzazioni su YouYube) Sortino era «proprio cattivo», in questo sequel garantisce di «aver messo la testa a posto. Però poi comincio ad aver bisogno di soldi. Quindi ho ripreso il vecchio giro...». Gli spettatori possono stare tranquilli: «In questo film non ammazzerò le donne». Ma non è detto che tutti ne usciranno indenni...

Una chiacchierata con Carlo Sortino è un turbine tra esperienze artistiche diverse. Si parte dalla musica («La facevo già a Torino, prima di trasferirmi qui, e quindi ero già abbastanza navigato»), che l'ha portato a viaggiare per il mondo. «Mia moglie è venuta a prendermi, perché non stavo tornando più: erano sei mesi che ero a Guadalupa a suonare». Poi i fotoromanzi e il cinema, nei quali si è calato in personaggi molto diversi tra loro. Il tutto è stato fatto con le proprie energie (e fondi): «Appoggi niente, contributi zero».

E pure una certa dose di sfottò, almeno nei primi tempi. «Soprattutto quelli di Rete 3, che poi hanno dovuto ricredersi» quando Sortino è diventato un personaggio di culto, non solo in Ticino ma anche in Italia, dove è stato ospite di rassegne e ha ricevuto numerosi premi. «E poi io sono trash, mi raccomando, a quello ci tengo». Già, questo è il suo marchio di fabbrica e ciò che lo contraddistingue nel panorama del cinema di genere. «C'è un articolo che diceva: "Il maestro del trash"» spiega Carlo con orgoglio e con quel senso auto-ironico che lo contraddistingue.

"Lo specchio", dopo le proiezioni già citate, prenderà la via dei festival. Intanto Sortino non si ferma: l'anno scorso è uscito il documentario che ha celebrato i suoi primi 75 anni, ma non è stato affatto un punto di arrivo. La sua carriera artistica durerà «ancora almeno quattro anni, fino agli 80». Cosa ci sarà nel suo futuro? «Alberto Meroni mi ha detto: "Carlo, sei il mio pallino, voglio fare qualcosa con te". Vabbeh, Alberto, io sono qua. Non ti dimenticare».

Guarda l'intervista integrale e gli altri episodi di TioTalk suTio.ch, oppure sul nostro canale YouTube.


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