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LUGANO

Ne rimane solo uno: «Si vince per sfinimento»

Matteo Tenchio, l'ultramaratoneta ticinese che si divide tra record ed... eventi curiosi
Ne rimane solo uno: «Si vince per sfinimento»
Tio/20 Minuti
Ne rimane solo uno: «Si vince per sfinimento»
Matteo Tenchio, l'ultramaratoneta ticinese che si divide tra record ed... eventi curiosi
Mangiare, dormire e altri bisogni fisiologici senza (quasi) mai smettere di correre.

LUGANO - Parlando di sport, di corsa, senti nominare “Ultra” dopo "Backyard” e subito diventi diffidente: l’aggiunta non promette niente di buono. Poi ti raccontano la disciplina, spiegandoti che si deve riuscire a coprire una distanza di 4,167 miglia - circa 6,7 km - in un’ora e improvvisamente ti tranquillizzi: non si deve essere allenatissimi per tenere un’andatura di circa 9’ al km. Insomma, è poco più che camminare. Con quell’“Ultra” che continua a ronzarti nella testa il sospetto, comunque, non ti abbandona del tutto. Giustamente. C’è infatti la fregatura: il tempo massimo nel giro è un’ora, è vero, ma il numero di giri da completare può essere (quasi) infinito. Come la fatica che ti tocca. E questo, faticare quasi all’infinito, fa Matteo Tenchio, ultramaratoneta di Carì che negli ultimi anni si è appunto distinto, a livello internazionale, nel Backyard Ultra.

«Si vince per sfinimento - ha scherzato il 45enne ticinese - si parte in tanti, anche in duecento, ma alla fine ne rimane solo uno, il vincitore. L’ultimo che molla. L’ultimo riuscito a continuare a completare i 6,7 km in meno di un’ora. Il mio record, l’ho fatto tre settimane fa, è arrivato in una sei giorni non stop: ho corso 790 km. Dopo tante ore, dopo la quarantesima-cinquantesima, vai avanti solo se sei forte di testa. Il risultato finale dipende al 99,9% dall’aspetto mentale».

Mangiare, dormire, bisogni vari…
«Tutto correndo, o al massimo camminando. Non deve cambiare nulla rispetto a una giornata normale. Parlo per me: ho la necessità di continuare con i miei ritmi. Colazione, pranzo, anche pizza o lasagne, cena…».

Giorni interi a correre in gara e prima allenamenti lunghissimi: capita che il corpo ti supplichi di smettere?
«No, anche perché ho imparato ad ascoltarlo. E poi in inverno faccio sport diversi. Quest’anno, per esempio, da dicembre a gennaio non ho mai corso».

Gare lunghissime nascondono tanti imprevisti.
«Durante una Milano-Sanremo (fatta di corsa, non in bici, ndr) a Pavia sento un “ma l’è mia el Tenchio chel lì?”. Erano amici di Faido. 100 km dopo, già arrivato in Liguria, era ora di cena, mi scontro con uno che esce da un bar. All’inizio ero quasi arrabbiato, poi ho alzato la testa e… anche lì era un mio amico di Faido. E dalla rabbia si è arrivati all’abbraccio».

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COMMENTI
 

Renatino 5 gior fa su tio
Tenchio very much!

Boh! 1 sett fa su tio
…troppo tempo libero?
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