Il talismano del Barcellona? Abita ad Arzo

Sergio Leonetti, ospite di TioTalk racconta quarant'anni di passione e appartenenza al Barcellona, tra aneddoti, trasferte e tifo condiviso.
Sergio Leonetti, ospite di TioTalk racconta quarant'anni di passione e appartenenza al Barcellona, tra aneddoti, trasferte e tifo condiviso.
MENDRISIO - «È più di un club. È un sentimento».
La passione per i colori blaugrana - Sergio Leonetti segue il Barcellona da quando era piccolo. «Una passione nata dalla famiglia. Mia mamma è di Barcellona: suo zio ha giocato negli anni Quaranta. Un mio cugino giocava a Pallamano, sempre nella squadra blaugrana». Al microfono di TioTalk racconta quarant'anni di appartenenza al club catalano. Tra aneddoti, amicizie strette, finali vinte e le inevitabili (seppur poche) delusioni.
L'aggressività di Stoičkov - «Giocatore preferito? Mi ricordo, quand'ero piccolo, il bulgaro Hristo Stoičkov - spiega il 49enne originario di Balerna (oggi vive ad Arzo) - aveva un carattere aggressivo. Ma la sua forza era impressionante. È stato il primo pallone d’oro del Barcellona. Poi ho l’autografo di Belletti, eroe della finale con l’Arsenal».
La foto con il simbolo del Barcellona - A questo proposito, Leonetti non segue solo il calcio («è comunque quello che preferisco vedere dal vivo. Il Camp Nou mette la pelle d’oca»), ma anche altri sport. «Alle finali di Colonia di pallamano - racconta - mi sono trovato davanti Carles Puyol, storico capitano, emblema del calcio spagnolo e del Barcellona. Abbiamo fatto una foto insieme».
Cosa significa essere soci - Il 49enne momò è socio del club. «Significa che, pagando una quota, si diventa proprietari e si partecipa alla vita sociale - aggiunge - È un unicum rispetto ad altre società. Per esempio, ogni sei anni si elegge il presidente. Insomma, sembra di fare parte di una “cittadina” blaugrana».
«Devo ottenere il permesso da mia moglie» - A inizio stagione, «calendario alla mano, mi preparo un piano con le partite da seguire. Ovviamente - dice col sorriso - prima devo ottenere il permesso da mia moglie. Anche se, sono sincero, qualche sgarro lo faccio».
Il talismano - A questo proposito, in passato, Leonetti si è meritato la nomea di portafortuna. Tanto che Mundo Deportivo, in un articolo dedicato, definisce la penya ticinese (cioè il club di tifosi ticinesi) uno dei pochi gruppi considerati “un talismano”. Infatti, nel 2015, era presente sia alla finale di pallamano maschile sia a quella di Champions. Entrambe sono state fortunate per i colori blaugrana. «Purtroppo però ero presente anche a Liverpool, quando abbiamo perso 4 a 0 in semifinale»
Le trasferte (un tempo molto più costose) - «Con i voli low cost - continua il 49enne - ora è più facile. Un tempo, però, era molto dispendioso. I voli potevano costare anche mille franchi. Andare a vedere la Champions League è molto bello. Però, forse, preferisco andare fuori casa. Mi vengono in mente le trasferte a Manchester, Liverpool, Praga e Londra: momenti in cui ho ritrovato più facilmente gli amici con cui ho coltivato i rapporti in questi anni».
Il tifo per il Como - Leonetti è anche tifoso del Como, squadra molto ambiziosa della Serie A italiana e che annovera, fra le sue file, due ex blaugrana come Sergi Roberto e l’allenatore Cesc Fabregas. Le due squadre si sono incontrate quest’estate per il Trofeo Gamper: «ovviamente ero presente - sottolinea - è stata la realizzazione di un sogno».
Mes que un club - Il motto del Barcellona è "més que un club". In concreto, cosa vuol dire? «Per me - conclude il 49enne, dopo aver mostrato alcuni suoi cimeli - il Barcellona non è solo un club. Si tratta di quotidianità, sentimento, passione. Insomma, è qualcosa in più».





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