Cerca e trova immobili

LUGANO«Voleva fare pagare all'ex compagna, la sua ritrovata serenità»

20.08.19 - 12:23
Serata da incubo per una donna tra le mura domestiche. Picchiata, abusata e costretta a fuggire nuda dal terrazzo. Il suo "carnefice" è alla sbarra. Parla l'avvocato della vittima
Depositphotos - foto d'archivio
«Voleva fare pagare all'ex compagna, la sua ritrovata serenità»
Serata da incubo per una donna tra le mura domestiche. Picchiata, abusata e costretta a fuggire nuda dal terrazzo. Il suo "carnefice" è alla sbarra. Parla l'avvocato della vittima

LUGANO – «Da una parte una serie di elementi credibili. Dall'altra, un guazzabuglio». Così Demetra Giovanettina, avvocato della vittima, definisce la situazione del 56enne alla sbarra da martedì mattina a Lugano per una lunga serie di reati. In particolare, violenze sull'ex compagna e in famiglia. Culminate nella folle serata del 24 luglio del 2018, in cui l'uomo avrebbe picchiato e legato la donna, abusando di lei anche sessualmente. «L'imputato è un bugiardo – sostiene l'avvocato – . Infatti, le sue argomentazioni sono sempre confuse». 

La vittima voleva voltare pagina – Un'escalation di follia consumata in una famiglia del Luganese. Dal 2012 al 2018. Due bambini costretti a vedere e a vivere situazioni terribili. A un certo punto, la donna decide di separarsi dall'uomo. E di avere una nuova relazione. Vuole voltare pagina, cerca un po' di felicità. «È una cosa che già si sapeva da tempo – dice l'avvocato –. La mia assistita è stata sempre trasparente. L'imputato non ha accettato questa nuova relazione. Ha iniziato a dare segni di squilibrio. E la sera del 24 luglio 2018 ha deciso di farle pagare la sua ritrovata serenità». 

Rifugio presso una vicina – Picchiata. Legata a un attrezzo ginnico. Costretta a praticare sesso orale. La vittima, dopo essersi riuscita a liberare, quella sera si sarebbe calata nuda dal balcone. Avrebbe cercato rifugio presso una vicina. «È un gesto estremo, che si fa solo quando si è disperati». In seguito, la denuncia in polizia. Immediata. 

Confermata la richiesta di pena – Demetra Giovanettina non usa giri di parole nel descrivere il 56enne alla sbarra. Il giudice Amos Pagnamenta ascolta in silenzio. A tratti gli tocca zittire l'imputato, che cerca di intromettersi nell'esposizione del legale e di fare puntualizzazioni. «L'imputato burlone che abbiamo conosciuto durante i verbali – afferma Giovanettina – serve a coprire la sua personalità violenta. Oltre a chiedere un risarcimento di 18.000 franchi, mi associo alla richiesta di pena di cinque anni di detenzione, domandata dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni». 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE