Cerca e trova immobili
GAMBAROGNO

Indemini prova a lasciarsi alle spalle l'incendio

La maggior parte degli abitanti del villaggio ha potuto far rientro a casa. Vengono supportati dalla Protezione civile.
Ti-Press (Samuel Golay)
Indemini prova a lasciarsi alle spalle l'incendio
La maggior parte degli abitanti del villaggio ha potuto far rientro a casa. Vengono supportati dalla Protezione civile.
Nel frattempo le operazioni di spegnimento proseguono, anche con l'ausilio di un particolare e tecnologico drone della Rega.
GAMBAROGNO - Questa mattina la maggior parte dei residenti di Indemini (22 in tutto) hanno potuto far rientro nelle loro case dopo che nella notte fra domenica e lunedì scorsi il villaggio era stato evacuato a causa del tremendo incendio svilu...

GAMBAROGNO - Questa mattina la maggior parte dei residenti di Indemini (22 in tutto) hanno potuto far rientro nelle loro case dopo che nella notte fra domenica e lunedì scorsi il villaggio era stato evacuato a causa del tremendo incendio sviluppatosi sui Monti del Gambarogno.

A causa del rogo e delle operazioni di spegnimento, non è tuttavia ancora stata dichiarata la potabilità dell'acqua. Di conseguenza, a dar man forte agli abitanti di Indemini ci pensa la Protezione civile, che fra le altre cose ha provveduto a distribuire delle bottiglie di acqua minerale.

Nel frattempo, nonostante le fiamme siano ormai sotto controllo, proseguono ininterrottamente le operazioni di spegnimento, favorite - contrariamente agli scorsi giorni - dalla mancanza di vento. Nella zona sono tuttora impiegati una cinquantina di uomini e sei elicotteri. Ma non solo, perché ieri sera si è alzato in volo pure un particolare e tecnologico drone della Rega. Dotato di un sistema di telecamere all'avanguardia, il drone è stato utilizzato per rilevare la presenza di eventuali focolai sospetti ancora ardenti in aree impervie. «La "Fire Detection Pipeline" del drone - spiega la Rega in una nota - è stata usata per cercare eventuali focolai ancora attivi».

In stretta collaborazione con i pompieri presenti sul posto, sono stati dapprima definiti i settori di terreno critici. Il drone della Rega è quindi decollato dall'Alpe di Neggia e ha sorvolato autonomamente la zona di ricerca. Durante il volo di ricerca, ha trasmesso automaticamente le coordinate di potenziali focolai, insieme a immagini, all’operatore a terra, che ha in seguito controllato manualmente i dati e li ha messi a disposizione dei pompieri.

 

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE