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CANTONEMagistratura, ora la Commissione si scaglia contro la Rsi

25.12.20 - 08:54
La Commissione giustizia e diritti denuncia "affermazioni gravemente faziose e infondate" proferite a Il Quotidiano
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Dichiarazione di fedeltà alla Costituzione e alle leggi magistrati Cantone Ticino.
Dichiarazione di fedeltà alla Costituzione e alle leggi magistrati Cantone Ticino.
Magistratura, ora la Commissione si scaglia contro la Rsi
La Commissione giustizia e diritti denuncia "affermazioni gravemente faziose e infondate" proferite a Il Quotidiano

BELLINZONA - L'elezione è avvenuta. E qualche giorno fa i venti rappresentanti del Ministero pubblico, insieme al procuratore generale Andrea Pagani, hanno dichiarato fedeltà alla Costituzione e alle leggi. Ma le polemiche attorno alla nomina del "nuovo" Ministero pubblico per i prossimi dieci anni sembrano non avere fine. È la Commissione giustizia e diritti, a giochi fatti, a esporsi contro l'operato della Rsi.

«In due occasioni, nell'ambito della trasmissione informativa "Il Quotidiano" in relazione alla nomina di 20 procuratori pubblici, ha trasformato un proprio cronista in esperto - si legge nella nota della Commissione -, permettendogli di proferire, senza il benché minimo contraddittorio, affermazioni gravemente faziose e infondate che delegittimano in modo gratuito e inqualificabile il serio e approfondito lavoro svolto dalla Commissione e finanche l’agire dell’intero Parlamento cantonale». La Commissione comunica quindi di avere formalizzato, nella sua maggioranza, una segnalazione al Comitato del Consiglio regionale della CORSI e al Consiglio del pubblico per stigmatizzare l'operato della Rsi.

Quali siano le "affermazioni gravemente faziose e infondate" non è dato saperlo. Ma la Commissione Giustizia e diritti - lo ricordiamo - aveva firmato (undici commissari su diciassette) il rapporto che proponeva al plenum del Gran Consiglio l’elezione dei 19 procuratori pubblici uscenti (senza Andrea Minesso, non ricandidatosi), compresi i cinque la cui nomina era stata preavvisata negativamente dal Consiglio della magistratura, insieme agli otto nuovi (e al procuratore generale Andrea Pagani). «Non abbiamo riscontrato elementi sufficientemente solidi a sostegno di una non rielezione - si legge nel rapporto -, vista in particolare l’assenza di precedenti avvertimenti formali o sanzioni disciplinari, e ritenuto altresì che i dati statistici forniti non appaiono particolarmente dirimenti».

Il Gran Consiglio ha approvato la proposta di risoluzione della Commissione giustizia e diritti, affidandogli «l'incarico di approfondire le problematiche di natura organizzativa e procedurale emerse nell'ambito della procedura di rinnovo delle cariche in seno al Ministero pubblico, allo scopo di valutare eventuali necessità di intervento a livello organizzativo e normativo» e formulare «concrete proposte di miglioramento, sia sul piano organizzativo sia normativo». 

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