Il supermercato: «È stata una svista, nessun inganno». La nutrizionista: «Evitate i rischi per la salute»
BELLINZONA - È andato a fare la spesa dopo il lavoro e ha approfittato dei prodotti al limite della scadenza per acquistarli al 50%. Ma quando è arrivato a casa, si è accorto che l’etichetta del ribasso si trovava sulla data di scadenza, che menzionava però il giorno precedente.
Odore sospetto - È accaduto a un uomo del Bellinzonese. Aveva comprato del formaggio per fondue e un tramezzino. Ma quando ha aperto quest'ultimo, l’aspetto e l’odore lo hanno insospettito. Così ha controllato la data di scadenza ed è rimasto alquanto «stupito» dal fatto che il prodotto fosse scaduto già da un giorno.
«Non muore nessuno» - Quale cliente (oltretutto abituale) si è sentito ingannato. «Senza considerare che c’era la maionese e l’uovo avrebbe potuto crearmi problemi». Tornato in filiale, gli è stato offerto il rimborso, ma con toni simpatici qualcuno gli ha anche detto: «Non muore nessuno mangiando un prodotto scaduto da un solo giorno».
Evitare i rischi per la salute - «In realtà, bisogna valutare bene quali prodotti acquistare», fa notare Evelyne Battaglia-Richi, dietista nutrizionista e presidente dell’Associazione Consumatrici e Consumatori della Svizzera italiana (ACSI). «Il consiglio è di evitare cibi a scadenza che sono a rischio, come carne elaborata, pesce, uova. Mentre con i prodotti di panetteria, secchi, o gli yogurt, generalmente non si riscontrano grossi problemi».
Rischi da assumere - Il consumatore che acquista il prodotto al 50%, comunque, se ne assume il rischio. «Ma non deve interrompere la catena del freddo. È meglio mangiarlo subito o utilizzare una borsa appropriata per il trasporto. Una volta aperto bisogna controllare che odore e aspetto non siano alterati. E anche il gusto deve essere perfetto, altrimenti è meglio buttarlo via».
Errore o inganno? - La presidente dell’ACSI fa notare inoltre che «vendere un prodotto già scaduto è fuori legge». La tutela della salute del consumatore è il primo principio della Legge federale sulle derrate alimentari. Ed è chi vende il prodotto ad esserne responsabile.
La voce del supermercato - Incollare l’etichetta sulla data di scadenza può essere letto come un inganno al consumatore. Se accade, bisogna rivolgersi al negoziante chiedendogli di rimuoverla. Nel caso specifico è l’ufficio stampa del supermercato ad assicurare che «si è trattato di una svista», ricordando che «la policy non è assolutamente quella di coprire la data di scadenza con il bollino del ribasso».
«Segnalate» - L’ACSI, comunque, invita a segnalare questi casi. Il negoziante viene informato e i casi recidivi vengono menzionati sul sito, riportando il nome del negozio e “l’inganno”, con l’obiettivo di rendere attenti i consumatori.