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MANNO

Una multa di 2'000 franchi per la vendita non autorizzata di canapa “light”

Decreto d'accusa nei confronti di Purexis. Ma l'opposizione ritarda l'atteso dissequestro della merce
Keystone
Una multa di 2'000 franchi per la vendita non autorizzata di canapa “light”
Decreto d'accusa nei confronti di Purexis. Ma l'opposizione ritarda l'atteso dissequestro della merce
MANNO - Se il decreto d’accusa viene impugnato, bisogna attendere con il dissequestro della merce. È questo, in sostanza, quanto è stato di recente comunicato a Stefano Caverzasio, fondatore e amministratore della Purexis di Manno...

MANNO - Se il decreto d’accusa viene impugnato, bisogna attendere con il dissequestro della merce. È questo, in sostanza, quanto è stato di recente comunicato a Stefano Caverzasio, fondatore e amministratore della Purexis di Manno, che all’inizio di quest’anno si era visto portare via oltre un chilogrammo di canapa con tenore di THC inferiore all’1% (quindi legale) e altri svariati prodotti derivati. Una vicenda che nelle scorse settimane è sfociata in un decreto d’accusa per la vendita di prodotti sottoposti ad autorizzazione (autorizzazione che nel frattempo l’azienda ha regolarmente ottenuto).

La decisione parlava di una multa di 2’000 franchi e del pagamento delle spese giudiziarie. Ma oltre a questo, era anche previsto il dissequestro della merce che era stata trattenuta per le relative analisi di laboratorio. Nel momento in cui l’amministratore ha però impugnato la sanzione, accettando comunque la restituzione degli articoli sequestrati, il decreto è stato aggiornato: il dissequestro è stato ordinato «alla crescita in giudicato del presente decreto d’accusa» si legge nel nuovo documento. Una modifica che non piace a Purexis: «Un’opposizione parziale è perfettamente ammissibile» ha scritto il legale dell'azienda, presentando una nuova opposizione.

Per Purexis le sorprese non sono tuttavia finite: nel nuovo decreto d’accusa sono stati anche inseriti 1’500 franchi di spese per le analisi di laboratorio. Analisi che, lo ricordiamo, hanno confermato la legalità dei prodotti sequestrati.

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