Fenomeno gabber: violento e incute timore, il racconto di un ex

LUGANO - Il loro numero sta crescendo sempre più in tutta Europa, e il Ticino non fa eccezione. Stiamo parlando dei gabber, il fenomeno adolescenziale che è soggetto a forti critiche e che a molti ragazzi spaventa. Sembra, da come ci hanno spiegato, che in alcune nazioni i gabber siano ragazzi tranquilli, in altre invece siano protagonisti di fatti di cronaca legati a teppismo e vandalismo. Il Ticino farebbe parte di questo secondo caso. A dirlo e un ex-gabber luganese che, dopo una breve esperienza in un gruppo, ha deciso di uscirne fuori e ci ha spiegato chi sono effettivamente i gabber. Un termine questo che in realtà nasconde un mondo poco conosciuto, un termine tirato in ballo in occasione di alcuni recenti fatti di cronaca nel Luganese: l'aggressione da parte un gruppetto di ragazzi ticinesi (tra cui quattro minorenni) nei confronti di una scolaresca svizzero-tedesca in vacanza in Ticino, e l'aggressione di una ragazzina da parte di alcune sue compagne che l'hanno picchiata e derubata del suo cellulare. In entrambe le occasioni qualcuno ha parlato di gabber. Ecco le domande che abbiamo rivolto al nostro interlocutore
Chi sono i gabber?
"Ragazzi per lo più ticinesi di età compresa tra i 16 e i 19 anni. Molto facilmente identificabili perchè adottano un look particolare e ascoltano quella che viene definita musica gabber, che è un misto tra l'hard-core e lo speedcore".
Cosa intendi quando parli di look particolare?
"Il look è molto importante perchè serve per farsi riconoscere. Ci si veste comprando vestiti della Nike. L'abbigliamento più comune è la tuta da training. Scarpe rigorosamente Nike, ma quelle "classic", quelle che usavano una volta i rapper per intenderci. In Ticino esistono due tipi di gabber, quelli inside e quelli outside. I primi si sentono gabber a livello psicologico, è un sentimento piuttosto interiorizzato. I secondi invece esteriorizzano il tutto esasperando il look con piercing, capelli molto corti, cappellino. Le ragazze arrivano perfino a rasarsi il cranio".
In quale area del Ticino ce ne sono di più.
"Soprattutto nel Locarnese, non a caso lo scorso 17 aprile si è svolto un importante raduno al Fevi. Sono giunti gabber sia dalla Svizzera interna che dall'Italia. In genere si riuniscono nelle zone della stazione. A Lugano ci si incontra spesso anche al Titanic. E se ne vedono sempre di più in giro".
Nell'immaginario collettivo vengono visti come gruppi molto violenti, lo sai?
"Sì, e in effetti lo sono. In Olanda, dove il movimento è nato, non sono violenti. Qui in Ticino i gabber hanno sviluppato componenti piuttosto violenti. Non so perchè. Certo, la musica che si ascolta ha un ritmo molto assordante, e che incita indirettamente alla violenza.
In che senso?
"Cercano la lite ad ogni costo. Prendono in giro chiunque e disturbano chi gli capita sotto tiro. Presi singolarmente sono ragazzi molto tranquilli, con i quali è anche piacevole conversare, ma quando sono in gruppo si trasformano e diventano violenti. Si arrabbiano anche se li guardi e ti menano solo perchè hanno deciso che gli sei antipatico".
Come si fa ad entrare in un gruppo?
"Bisogna conoscere quelli che già fanno parte del gruppo. Sono circoli molto chiusi, che tendono ad emarginarti se - in un certo senso - non sei cresciuto con loro. Ad esempio non basta vestirsi da gabber. Anzi, l'emulazione può rivelarsi un'arma a doppio taglio. Ho visto ragazzini che volevano essere gabber e hanno iniziato a comportarsi come loro e sono stati in seguito picchiati dai veri gabber che li ritenevano dei semplici mocciosetti".
Fanno uso di droghe?
"Sì, e non solo spinelli, ma anche droghe pesanti".
E il sesso?
"Si fa sesso molto facilmente e le ragazze non si fanno molti problemi".
Oggi che non li frequenti più come ti sembrano questi ragazzi?
"Molti tra quelli che ho conosciuto avevano problemi in famiglia. Uno dei genitori o era morto o se n'era andato. Ragazzi disagiati ma anche piuttosto benestanti visto che per fare un piercing bisogna avere un po' di soldini".
Perchè hai lasciato?
"Si faceva troppo uso di droghe e la violenza era eccessiva. Ho visto amici che hanno iniziato a rovinarsi sempre di più".
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"Conosciamo il fenomeno in quanto legato all'uso di ecstasy e a una serie di aggressioni avvenute in centro a Lugano a scopo di furto. Abbiamo notato che è frequentato da molte ragazze. Girano in gruppo, hanno i piercing, si vestono di nero, capelli corti. Lo scorso anno un gruppetto di ragazze ha picchiato alcune ragazze alla pari al Parco Ciani. Abbiamo avuto tre o quattro denunce in tal senso.
Se ne vedono sempre di più e c'è anche un ricambio generazionale. Molte vittime hanno paura a denunciare l'aggressione perchè temono le ripercussioni. I gabber incutono paura, minacciano di tornare a picchiare: abbiamo avuto diversi casi in cui dei ragazzi denunciavano ma poi ritrattavano per paura. Nella vicenda della stazione di Lugano dei turisti svizzero-tedeschi picchiati non ci risulta che sia stato un gruppo di gabber.".
Sal Feo




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