«Perché la Svizzera adotta automaticamente le sanzioni UE contro la Russia?»

Un'interpellanza del consigliere nazionale Piero Marchesi chiede lumi a Berna riguardo al proprio modo d'agire.
BERNA - «Perché la Svizzera continua ad adottare automaticamente le sanzioni UE invece di sfruttare l’attuale contesto internazionale per rivedere la propria posizione e recuperare un profilo più neutrale?». È questa la domanda "chiave" dell'interpellanza che oggi il consigliere nazionale Piero Marchesi ha depositato oggi alle Camere federali in merito all'adozione del 16esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia del Consiglio federale.
Nel testo Marchesi sottolinea come la decisione presa dal Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) segua una «linea politica ormai consolidata, per cui il nostro Paese si limita ad accodarsi alle scelte dell'UE senza un'autonoma valutazione dell'opportunità e delle conseguenze di tali misure per la Svizzera».
Per il deputato democentrista ticinese, infatti, Berna si limita a ribadire la neutralità «solo a parole» ma nei fatti «ha ormai assunto un atteggiamento di totale allineamento» alle posizioni di Bruxelles. «Con l'adozione sistematica delle sanzioni europeee si pone sempre più come parte di un blocco, minando la propria autonomia decisionale e la sua tradizionale posizione di terzietà», precisa Marchesi, ricordando che la Svizzera è già stata classificata come «Paese ostile» da Mosca.
Di seguito tutte le domande rivolte al Consiglio federale da Marchesi:
1. Per quale motivo la Svizzera continua ad adottare automaticamente le sanzioni UE invece di sfruttare l’attuale contesto internazionale per rivedere la propria posizione e recuperare un profilo più neutrale?
2. Come giustifica il Consiglio federale la sua politica di allineamento con l’UE, considerando il mutato atteggiamento degli Stati Uniti e il rischio di compromettere il ruolo storico della Svizzera come mediatore?
3. Quali passi concreti intende intraprendere per recuperare la credibilità della Svizzera come paese neutrale e promotore della pace?
4. Ha valutato le ripercussioni di questa politica sulla capacità della Svizzera di offrire i propri buoni uffici in futuro?
5. La Svizzera intende sviluppare criteri indipendenti per l’adozione di sanzioni o continuerà a seguire automaticamente le decisioni di Bruxelles senza un’autonoma analisi?
6. Non crede che questa decisione possa, in qualche modo, compromettere le relazioni economiche che la Svizzera intrattiene con gli USA?













































