Gap salariale: Roma vuole una zona economica speciale con la Svizzera

È l'obiettivo dell'ordine del giorno (odg) alla manovra della Lega, concordato con il ministro dell'economia e delle finanze italiano Giancarlo Giorgetti.
ROMA - "Costituire una zona economica speciale nelle aree di confine con la Svizzera, consentendo tutte le agevolazioni e i benefici previsti e, nel caso specifico, il trasferimento diretto in busta paga dei lavoratori italiani residenti in questi comuni italiani di frontiera di un assegno, un premio di frontiera, che consenta quindi di ridurre il gap salariale tra lo stipendio pagato in Svizzera e quello pagato in Italia".
È l'obiettivo dell'ordine del giorno (odg) alla manovra della Lega, concordato con il ministro dell'economia e delle finanze italiano Giancarlo Giorgetti.
Secondo il deputato leghista Stefano Candiani, l'odg impegna il governo italiano all'istituzione di una Zona economica speciale (Zes) ricomprendente i territori del comuni di confine con la Svizzera nelle province di Varese, Como, Sondrio e Verbano-Cusio-Ossola.
"Questo - aggiunge Candiani - è un passo in avanti importante, fondamentale per un'area di confine che è particolarmente delicata e fragile. Il fatto che oggi il governo assuma questo impegno mi rende possibile dire che abbiamo iniziato un percorso finalmente serio e strutturale a sostegno di questi territori di confine che sono particolarmente fragili proprio per la vicinanza e la concorrenza del territorio svizzero. Conto già che nei prossimi mesi, con questo impegno preso dal ministro Giorgetti, si possa giungere a un testo da portare avanti per istituire la Zona economica speciale".
L'odg - spiega ancora Candiani - "mutua da una proposta di legge che ho già depositato nella precedente legislatura e tiene conto della peculiarità delle aree di confine con la Svizzera, che sono quelle della fascia di 20 chilometri dal confine con la Svizzera per un totale di circa 70 mila frontalieri".
"Questi frontalieri - prosegue - ogni anno versano tasse in Svizzera che vengono poi ristornate, ovvero girate per una misura del 40% ai comuni di frontiera. Per la prima volta è entrato in vigore il trattato nuovo nel 2024, quindi quest'anno ci sono i resoconti della cifra reale versata dai frontalieri. E al contrario di quanto fu stabilito dal governo nel 2020, con un memorandum firmato tra il governo, i comuni di frontiera e i sindacati, che bloccava la cifra trasferita dall'Italia ai comuni a 89 milioni, il riscontro reale corrisponde a circa 40 milioni in più".
"Quindi, - conclude - una notevole quantità di risorse che con l'istituzione della Zes si vuole mettere in busta paga ai lavoratori e alle imprese italiane dei territori di confine, per creare crescita e sviluppo economico".



