Senza le FM nei bunker la radio d'emergenza non arriverà più

Con la chiusura del segnale previsto per la fine del 2026 ecco emergere un'altra criticità da non sottovalutare. E alcuni cantoni insorgono.
BERNA - «Un alleato inatteso», la chiama così la NZZ una problematica recentemente sollevata e che potrebbe essere impugnata dai difensori delle care vecchie frequenze FM.
I contrari allo spegnimento dei ripetitori analogici, previsti per tutte le emittenti private entro la fine del 2026, sono un fronte eterogeneo ma non troppo. In prima linea ci sono le emittenti private, soprattutto dei cantoni di frontiera, che vedono forte la concorrenza delle radio estere che non abbandoneranno le FM.
La preoccupazione è che una parte dell'utenza, soprattutto quella più anziana e conservatrice, preferirà semplicemente "girare la rotellina" piuttosto che comprare una radio nuova (senza contare che quelle delle auto non sono così semplici da sostituire).
Ad aggiungersi alle schiere dei critici del futuro spegnimento dei ripetitori FM, ci sono anche i Cantoni. Come scrive il quotidiano zurighese, questi «temono un possibile blackout informativo in caso di emergenza su scala nazionale».
In caso di crisi, infatti, il sistema di collegamento tra la Confederazione e la popolazione - ovvero la radio IBBK - si basa proprio sulla rete FM. Questi ripetitori, protetti in maniera speciale, vengono attivati quando l'infrastruttura radio standard non può più funzionare e sono in grado di raggiungere i bunker, i rifugi e fino a due piani sotto il livello del suolo.
Se è vero che le radio DAB+ possono ricevere anche segnali FM, è altrettanto vero che l'Ufficio federale per la protezione della popolazione (UFPP) ha in previsione di dismettere il sistema IBBK una volta che le infrastrutture FM civili verranno disattivate.
Il motivo principale è legato ai costi: mantenere il sistema costa alla Confederazione circa 15 milioni l'anno.
Per alcuni Cantoni, però, il gioco vale la candela. Fra questi ci sono Zurigo e Nidvaldo. Fra le proposte venute alla luce, oltre al mantenimento dello status quo, c'è anche l'acquisto di trasmettitori FM mobili o l'aggiornamento del sistema IBBK «di modo che possa funzionare autonomamente in maniera efficace».
Soluzioni, queste, che la presidente della Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP), Karin Kayser-Frutschi, rispedisce al mittente per inattuabilità, riconoscendo però che il tema della sicurezza in caso di crisi è sensibile e va affrontato.
Secondo lei, il destino delle onde FM è tutt'altro che segnato, vista la piega che sta prendendo il dibattito parlamentare. Il prossimo a pronunciarsi sulla questione sarà il Consiglio degli Stati, e non è escluso che possa essere chiesto al Consiglio federale di tornare sui suoi passi.



