Mezzogiorno di fuoco per la Nati: «Il recupero sarà fondamentale»

Al prossimo mondiale americano la Svizzera sarà chiamata a giocare le proprie partite alle 12. Non proprio l'orario ideale dal punto di vista fisico. Ne abbiamo discusso con due esperti: Giovanni Mauri e Nicholas Townsend.
Al prossimo mondiale americano la Svizzera sarà chiamata a giocare le proprie partite alle 12. Non proprio l'orario ideale dal punto di vista fisico. Ne abbiamo discusso con due esperti: Giovanni Mauri e Nicholas Townsend.
LUGANO - Los Angeles e San Francisco. 31,5°. Vancouver 26°. Sono le temperature massime che si possono raggiungere a giugno nelle tre metropoli del Nord America, che accoglieranno la Svizzera nel prossimo mondiale. Orario di tutte le partite: 21 ora svizzera. Le 12 ora locale. Bene per chi guarda le partite da qui. Non benissimo per chi quelle partite le deve però giocare.
Ma cosa significa disputare 90 e più minuti con quelle temperature? Che impatto può avere il caldo sulle performance dei calciatori della nostra nazionale? E cosa può succedere ai loro corpi? Ne abbiamo discusso con due preparatori atletici: Nicholas Townsend, ex coordinatore del Dipartimento perfomance del FC Lugano e braccio destro di Mattia Croci-Torti e Giovanni Mauri, fedelissimo di Carlo Ancelotti, che nella sua carriera ha lavorato (e scusate se è poco) per Parma, Milan, Chelsea, PSG, Real Madrid e Bayern Monaco.
Mezzogiorno di fuoco
«Certo che può essere un problema giocare con certe temperature e certi tassi d'umidità», esordisce Mauri. «Era già successo proprio alla Svizzera a USA 94. I rossocrociati giocarono una partita spaziale - dal punto di vista della freschezza atletica - contro la Romania (vittoria 4-1 con doppietta di Adrian Knup e reti di Alain Sutter e Stéphane Chapuisat, ndr) e poi disputarono due gare con un atletismo e una performance chiaramente inferiori (sconfitte con Colombia nel girone e Spagna agli ottavi di finale, ndr)».
Townsend, da parte sua, ritiene che la sfida più complicata sarà quella che si svolgerà alla SoFi Arena. «Guardando le temperature degli anni scorsi, Los Angeles - dove si raggiungono mediamente i 27-28 gradi con tassi d'umidità che toccano l'80% - è sicuramente la sede più problematica. E con quelle condizioni la disidratazione può essere un fattore».
ImagoIl Levi's Stadium di San Francisco sarà teatro di Svizzera - Qatar il 14 giugno.Recupero fondamentale
Disidratazione. Stanchezza. Affaticamento muscolare e (anche) mentale. Tutti effetti post-gara che vengono ingigantiti da temperature e tassi d'umidità elevati. La soluzione per tenerli sotto controllo? Il recupero, che per entrambi gli esperti assume un ruolo fondamentale. «In primo luogo - sottolinea Townsend - vanno recuperati i liquidi. Perché una perdita importante - oltre il 2% del peso corporeo - può provocare un aumento dello sforzo cardiaco e della temperatura». Le conseguenze? «Una diminuzione della capacità aerobica e di corsa e una fatica precoce che va a influire sulle prestazioni».
Anche saper calibrare allenamenti e recupero sarà un aspetto decisivo a United 2026. «Con temperature alte non avrà senso fare sedute lunghe e stressanti, ma bisognerà agire sulla freschezza e sull'intensità con picchi di esplosività e di recupero», precisa Mauri. «Fondamentali saranno poi anche l'alimentazione e l'integrazione. E prima avvengono e prima sarà possibile recuperare».
Ti-PressNicholas Townsend insieme a Ignacio Aliseda nel 2022 durante un allenamento del FC Lugano.Stagione lunga e logorante
Anche perché i calciatori arrivano al Mondiale dopo una stagione lunga e logorante. «L'obiettivo principale degli staff medici è quello di mettere i giocatori in una condizione di benessere che sia la migliore possibile», sottolinea Mauri. «Per questo andranno valutate quotidianamente e in maniera capillare tutte le situazioni biochimiche, intervenendo per riequilibrare eventuali scompensi».
«I giocatori - conferma Townsend - arrivano affaticati al Mondiale. Sia fisicamente che mentalmente. È quindi inutile insistere dal punto di vista atletico. Da una parte gli allenamenti non dovranno essere troppo lunghi. Dall'altra gli staff medici dovranno essere molto attenti nella reidratazione, nella scelta delle bevande isotoniche e ipotoniche da dare ai giocatori, nella crioterapia, nel recupero post-gara, con massaggi e fisioterapia».
ImagoAl SoFi Stadium di Los Angeles la Svizzera giocherà il 18 giugno contro la vincente dei play off europei.«Non esistono allenamenti specifici»
L'Inghilterra, che giocherà in Texas, Massachusetts e New Jersey, si allenerà in tende che imitano le condizioni climatiche previste nei tre Stati per tentare di ridurne gli effetti. Una scelta, che però non convince Mauri. «Non esiste un allenamento specifico per poter poi avere una migliore performance con alte temperature», precisa il 69enne. «Perché nel momento in cui i giocatori si allenano in quelle condizioni, perdono liquidi, sali minerali e vanno incontro a una fase catabolica e necessiteranno di recupero immediato. Per questo, e lo ripeto, occorre bilanciare bene allenamento tradizionale e recupero. Dando molta importanza a quest'ultimo».
L'ex "braccio destro" di Ancelotti - che con l'allenatore emiliano ha vinto tre Champions League, una Bundesliga, uno Scudetto e un campionato francese (solo per citare i trofei più importanti) - non vede di buon occhio neppure allenarsi a mezzogiorno per "replicare" le condizioni delle partite e far abituare quindi il corpo. «Per me è una stupidata», precisa Mauri. «Non ci sono basi scientifiche né fisiologiche. Anzi. Si rischia di creare solo maggiori affaticamenti rispetto a un orario dove la temperatura e l'umidità sono inferiori».
Ed è soprattutto quest'ultima a provocare problemi agli atleti. «Alzando la temperatura interna - sottolinea l'esperto - fa andare in crisi tutti i meccanismi di salvaguardia. I giocatori dovranno quindi recuperare e il giorno dopo non potranno allenarsi perché i loro parametri saranno sballati».
FreeshfocusGiovanni Mauri con Carlo Ancelotti al Bayern Monaco nel 2016.Lo staff medico «fa la differenza»
Insomma, in campo ci vanno i giocatori, ma uno staff medico di qualità - medico sportivo, fisioterapisti, dietisti, preparatori atletici, ecc - conta. E conta molto. «Tutta questa gente lavora nell'ombra, ma ha un compito fondamentale», sottolinea Townsend. «Perché il recupero fisico va di pari passo con quello mentale. E questo può fare la differenza in un torneo impegnativo come un Mondiale».
Così come fa la differenza quello che avviene prima e dopo gli allenamenti sul campo. «È un aspetto a cui i media non danno la dovuta importanza», precisa Mauri, raccontandoci la sua esperienza. «Gli atleti che avevo nelle mie squadre scendevano in campo alle 11, ma iniziavano a lavorare, in maniera personalizzata, già alle 9.30. Ognuno con il suo programma. Quando finiva l'allenamento c'era poi tutta una serie di lavori di recupero - nell'acqua o con il freddo -, il reintegro dei liquidi e un'alimentazione immediata.Tutto questo, per me, è parte integrante dell'allenamento».
Ed è quindi falsa la percezione - ci tiene a far notare Mauri - che i calciatori si allenino solo per un'ora e mezza. «Io ho allenato squadre che giocavano ogni tre giorni e sono sempre arrivate bene a fine stagione e con performance regolari. Ma i giocatori lavoravano 5-6 ore al giorno in maniera diversificata. La gente pensa che un calciatore si alleni solo due ore al giorno, ma la realtà è totalmente diversa».
ImagoIl BC Place di Vancouver accoglierà il match tra Svizzera e Canada il 24 giugno.I Coolin break? «Sono utili»
Infine abbiamo discusso dei due coolin break a partita imposti dalla FIFA e se possano avere un senso. Per entrambi gli esperti la risposta è affermativa. «Sono sicuramente utili. Soprattutto quando c'è gran caldo una pausa è molto importante e permette ai giocatori di reidratarsi», sottolinea Townsend. «Servono a molto. Nelle squadre che ho allenato - spiega Mauri - ogni 15-20 minuti reintegravamo i liquidi. Ogni giocatore aveva una sua bevanda personalizzata: perché c'è chi perde più un elemento e chi ne perde più un altro».








