Di partiti di governo, di casse malati e di soglie d’entrata in Gran Consiglio


Lorenzo Onderka, già candidato per Avanti con Ticino&Lavoro
Lorenzo Onderka, già candidato per Avanti con Ticino&Lavoro
L’ultima sessione del Gran Consiglio, tenutasi a inizio giugno, ha visto i nostri deputati confrontarsi con tre temi cruciali: le due iniziative di LEGA e PS sui premi di cassa malati e la proposta del deputato PLR Paolo Ortelli per introdurre una soglia minima del 4% per entrare in Gran Consiglio. È significativo che questi temi siano stati trattati nella stessa sessione. Perché? Perché ci hanno offerto un quadro nitido dell’efficacia — o, meglio, dell’inefficacia — dei partiti di governo (LEGA-UDC, PLR, PS e Centro). E non dei cosiddetti “partitini”. Partiamo dalle iniziative di PS e LEGA, che promettono di alleviare il peso dei premi di cassa malati. Chi non vorrebbe pagare di meno? Ma guardiamo oltre il titolo: l’iniziativa del PS costerà 300 milioni di franchi, quella della LEGA altri 100. Denaro che non cadrà dal cielo, ma verrà raccolto — indovinate un po’? — aumentando le tasse. Insomma, quel che ci daranno da una parte, ce lo toglieranno dall’altra. E alla fine, per noi cittadini, il saldo sarà pari a zero. Ma non è solo una questione di cifre. Il punto è politico, ed è profondo. Durante i dibattiti in aula, è emerso un controprogetto del Centro, sostenuto dal PLR: una proposta più mirata, che avrebbe aiutato le famiglie in reale difficoltà, con un impatto finanziario ben più contenuto — circa 50 milioni. Un compromesso possibile, sensato, e socialmente responsabile. Eppure, cosa hanno fatto i partiti di governo? Nulla. Ognuno è rimasto trincerato nelle proprie posizioni, incapace di dialogo, chiuso al compromesso. Il risultato? Nessuna decisione condivisa. Le iniziative di PS e LEGA andranno al voto popolare, trasformando una questione complessa in un semplice “sì” o “no”, che rischia di essere deciso sulla scia della rabbia, dell’esasperazione — del bisogno immediato, più che della visione a lungo termine. E allora, chi ci spiegherà con onestà le conseguenze economiche e fiscali di queste iniziative? Chi farà chiarezza prima della votazione di settembre? I partiti di governo avevano l’occasione di esercitare il loro ruolo: trovare un compromesso che evitasse lo scontro alle urne, dimostrando responsabilità e maturità politica. Hanno preferito l’inazione. E hanno fallito. In questo contesto, la proposta di introdurre una soglia minima del 4% per entrare in Gran Consiglio si è rivelata per quello che era: un tentativo di zittire le voci critiche, di rendere il dibattito politico ancora più chiuso e autoreferenziale. Per fortuna è stata respinta. Il vero problema della governabilità non sono i "partitini". Il vero problema sono i partiti di governo che, pur avendo i numeri, non governano. Parlano di responsabilità, ma si sottraggono ad essa. Promettono soluzioni, ma si rifugiano nei calcoli elettorali. Mi auguro che, a settembre, i cittadini votino con la testa, non con la pancia. E che si ricordino chi ha avuto la possibilità di agire — e ha scelto di non farlo.
Lorenzo Onderka, già candidato per Avanti con Ticino&Lavoro