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EUGENIO BOSSI

Un 9 febbraio da ricordare, sì!

Eugenio Bossi, Dangio
Eugenio Bossi, Dangio
Fonte red
Un 9 febbraio da ricordare, sì!
Eugenio Bossi, Dangio

Ringrazio di cuore l’onorevole Speziali innanzitutto perché è bello leggere un buon italiano ed apprezzo molto la sua pacatezza e la sua preparazione per la redazione dell’articolo. Secondariamente mi ha convinto a tornare a scrivere un articoletto, dopo una mia lunga assenza dalla stampa.

Vocabolario forbito il suo, però si è guardato bene dal nominare la parola “capitalismo”, parlando solo di “modello di società”; che questa parola che termina in ismo cominci ad avere una connotazione negativa anche presso coloro che campano (e alla grande) grazie a questo sistema che non guarda in faccia a nessuno? Non è questa la sede per discorsi sui massimi sistemi; voglio essere più pragmatico, come caldeggia anche l’on. Speziali.

Politicamente mi sono sempre dichiarato indipendente anche se vicino ai Verdi in quanto sembrano essere sempre ancora gli unici ad aver capito l’urgenza di una giustizia climatica e sociale. Su taluni temi mi discosto anch’io da certi estremismi e da certe forzature ma sulla necessità di agire e subito non posso che dar loro ragione.

Se lasciamo fare al libero mercato la soluzione al problema climatico non arriverà mai in tempo. E questa soluzione, come ben dicono da tempo anche i liberali, va di pari passo con una responsabilità sociale (col far sì che la gente arrivi alla fine del mese per intenderci), ma cosa state facendo voi per quest’ultima?

L’onorevole presidente insiste ancora, facendo l’occhiolino alla destra, sul fatto che «il nostro Paese incida praticamente zero sull’inquinamento del Pianeta», ma come fa a non considerare tutte le multinazionali con sede in Svizzera, che, grazie ad un quadro normativo internazionale ancora incompleto, inquinano e sfruttano risorse ed esseri umani in tutto il mondo, senza subire la benché minima conseguenza? Da che ente dovrebbero essere supervisionate se non dal Paese dove hanno sede?

Crescita economica e qualità di vita andrebbero a braccetto? Sembra surreale che si possa ancora pronunciare serenamente questa frase, quando la maggior parte delle persone si rende conto che lavora troppo, che vive per lavorare, che i soldi che guadagna alla fine non bastano mai e non fanno la felicità. I problemi psicologici sono in continuo aumento; sempre più persone non reggono questa società prestazionista. Perché non rallentare, rimettere l’essere umano, e non il profitto al centro, e cominciare a rispettare davvero il pianeta che ci ospita? E lo ricordo: di Terra c’è n’è una sola, ed è finita; non ce n’è un’altra nascosta dietro.

Mi piacerebbe per concludere lanciare il quesito su chi sia più miope: il centro-destra che non vede la finitezza del nostro pianeta o il fronte rosso-verde che è convinto di non poter prescindere da un cambiamento radicale di paradigma, ovvero che ritiene difficile che la transizione energetica sia attuata nell’ambito di un modello capitalista. Non lo so, ma al momento fatico a essere imparziale in quanto sono dipendente di FFS Cargo; e le scelte di quest’ultima non provengono certo dal fronte rosso-verde.

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