«Voglio essere un'onda sonora fuori dalla mia testa»

"Rumore dentro", che sarà proiettato sabato a Castellinaria, racconta il problema di Piero Pelù con l'acufene e quella che è stata la sua reazione
"Rumore dentro", che sarà proiettato sabato a Castellinaria, racconta il problema di Piero Pelù con l'acufene e quella che è stata la sua reazione
BELLINZONA - L'effetto Larsen è ben conosciuto da tutti i musicisti e gli appassionati di musica: è quel rumore bianco, più o meno lacerante, che si verifica quando un suono emesso da un altoparlante viene captato da un microfono e, a sua volta, riemesso dallo stesso altoparlante. I Larsen inseriti in vari punti di "Piero Pelù - Rumore dentro" danno un assaggio del dramma vissuto dall'artista italiano. Gira intorno a questo il film in programma alle 17 al Mercato Coperto di Giubiasco, uno dei punti di forza dell'edizione 2025 di Castellinaria.
«Non è un documentario, un docufilm o un biopic: è un viaggio fuori dalle strade comuni» spiega Pelù all'inizio del film, uscito nelle sale cinematografiche italiane dal 10 al 12 novembre. Lui e il regista Francesco Fei (saranno entrambi presenti a questa che è la prima proiezione internazionale) hanno messo in video una serie di frammenti, di appunti di viaggio presenti e passati che traggono origine dall'incidente che ha realmente cambiato la vita del musicista.
Lo racconta lui stesso: nel 2022 stava registrando la canzone "Musica libera" con Alborosie a Milano quando, per un errore di un tecnico del suono, è partito un effetto Larsen mentre indossava le cuffie. Lo shock acustico è stato tale da farlo svenire. «E da lì niente è stato più lo stesso». Nel film spiega come sia necessario un accorgimento tecnico, un aiuto in cuffia, per poter continuare a cantare dal vivo. Vengono mostrati anche i controlli clinici che certificano una problematica persistente, che lo mette di fronte a delle scelte sofferte, come rimandare il tour nei club. Gli acufeni sono diventati una triste costante, compagni di vita 24 ore su 24.
In situazioni del genere ci sono due alternative: subire la nuova condizione, diventandone schiavo, oppure reagire. Pelù ha scelto la seconda strada. «Diventare te stesso nuovo, voglio essere un'onda sonora fuori dalla mia testa». E così si è messo letteralmente in viaggio, in solitaria, a bordo di un camper che prima l'ha portato in pellegrinaggio verso Saintes-Maries-de-la-Mer, in Camargue. Qui si trova Santa Sarah la Nera, protettrice di varie comunità nomadi e simbolo di tutti gli esclusi. Una santa che protegge i viaggiatori, siano essi regolari o irregolari. «Parto, cammino, dove non mi riconosco, dove non mi riconoscono». Fino al Marocco, tra rocce e deserti. Una scelta spiazzante per chi gli vuole bene, ma necessaria per ritrovarsi. «Stai fuori di te, perditi» spiega la voce narrante di Pelù.
"Rumore dentro" è un incrocio di passato e presente che non indulge nella nostalgia. C'è il pranzo con la formazione storica dei Litfiba (Ghigo Renzulli, Gianni Maroccolo, Antonio Aiazzi), insieme ai quali, peraltro, partirà nell'estate 2026 per il tour di "17 Re". C'è Firenze, con la cantina di Via dei Bardi che è sia storia sia ripartenza, ma c'è anche Massa, altro punto cardinale del suo percorso umano. C'è la parte più recente della carriera, con il disco "Deserti" del 2024 e il Concertone del Primo Maggio. Ma c'è anche l'impegno nel sociale, al fianco dei lavoratori della GKN di Campi Bisenzio e di Emergency.
È un racconto senza maschere, nonostante nel film sia capitato che ne indossasse qualcuna. Conclude Pelù: «Non sopporto le rockstar, e ne ho conosciute tante. Spesso sono persone che vivono totalmente staccate dalla realtà. Sono un rocker, un cittadino-musicista», che fa quello che fa per necessità personale, ma anche per aiutare gli altri a superare le proprie difficoltà. Questo è il messaggio che il film comunicherà agli spettatori giovani (e non) di Bellinzona.





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