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«Troppa ansia da prestazione: così la gente ha paura del sesso»

Christine Rihs, pedagogista sessuale per adulti e titolare di Piacere Donna a Bellinzona, racconta i suoi "incontri": «Si vive condizionati dal porno e da internet».
«Troppa ansia da prestazione: così la gente ha paura del sesso»
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«Troppa ansia da prestazione: così la gente ha paura del sesso»
Christine Rihs, pedagogista sessuale per adulti e titolare di Piacere Donna a Bellinzona, racconta i suoi "incontri": «Si vive condizionati dal porno e da internet».

SAVOSA - Pedagogista sessuale e Sexological Bodyworker. È il singolare mestiere di Christine Rihs, titolare di Piacere Donna a Bellinzona. Uno studio in cui si parla di sessualità. O meglio, come spiega la diretta interessata ai microfoni di Tio Talk: «Di intimità».

Cosa ti chiedono le persone che bussano alla porta del tuo salotto?
«La domanda più diffusa è: "Sono normale?". O meglio ancora: "Quello che desidero è normale?"»

E che significa?
«C'è tanta confusione. Il porno mostra solo un determinato tipo di sessualità. C'è sempre più gente che si ritira dalla sessualità perché la vede come qualcosa di troppo impegnativo, performante e competitivo».

Colpa anche della società dell'immagine?
«Il problema dell'immagine c'è stato in tutte le epoche. Adesso però assistiamo a un ritiro dal mondo reale. Anche l'intimità è virtuale, giudicata da like e da commenti. La nostra società sembra aperta a tutto, però è diventata estremamente superficiale».

Cosa si può apprendere nel tuo salotto?
«Ad esempio a fare un massaggio intimo diverso dal solito. Proprio per uscire dal cliché della performance. Il mio intento è quello di aiutare la gente ad ampliare lo spettro d'azione. Spiego l'importanza del pavimento pelvico: peccato che io l'abbia scoperto tardi. Organizzo conferenze, ma faccio anche consulenza di coppia o individuale».

Generalmente le coppie che traguardi sognano?
«Alcuni desiderano spezzare una determinata routine. Altri vogliono aggiungere qualcosa alla loro intimità. Io le spingo a esplorare, anche attraverso compiti concreti. Tante volte constato che uno dei due partner non osa esprimere le proprie esigenze. Si fatica a esplicitare ciò che ci dà piacere».

Quanto conta il contesto educativo in cui si è cresciuti nel sapere poi affrontare questi temi?
«Conta. Ci hanno insegnato che darsi piacere è peccato. La realtà è che se io so cosa piace al mio corpo, posso comunicarlo al partner. Ogni persona è diversa, prova piacere in maniera differente. La consapevolezza di questo elimina pressioni inutili, fa vivere l'intimità come una scoperta continua e reciproca».

Pensando anche ai giovani manca un'educazione sessuale più mirata all'affettività?
«La scuola fa la sua parte, spiegando una sessualità di tipo funzionale. Sulla famiglia non bisogna generalizzare. Però ci sono situazioni in cui non c'è un ambiente propositivo verso l'intimità».

Di nuovo il concetto di intimità a sostituire sessualità. Perché è così importante?
«Toglie l'ansia da prestazione che ci costringe a dovere funzionare per forza. È diverso sentirsi dire "facciamo sesso?" o "hai voglia di coccole?". Il problema è che si tende troppo a generalizzare: cosa è il vero sesso? Chi dice che il vero sesso è solo rappresentato dalla penetrazione? Chi ha iniziato a dire che i preliminari non sono sesso? Io sono molto esplicita. Anche questo serve a sbloccarsi. Le cose vanno chiamate per quelle che sono. C'è chi ha quasi paura a dire pene o vagina».

E c'è anche chi si fa problemi per le differenze anatomiche.
«Ancora adesso tante donne vengono da me con la sensazione che "laggiù è una zona grigia". Pensano che ci sia un solo tipo di vulva. E invece sono tutte meravigliosamente diverse».

Nella prima parte della tua vita sei stata coach alimentare. Come sei passata dal cibo a quello che fai ora?
«A circa 50 anni mi sono resa conto che il mio corpo stava cambiando. Durante una visita dalla ginecologa avevo il desiderio di fare delle domande. Lei mi ha detto che ne stavo facendo troppe trattandosi di una visita "normale". Io me ne sono andata un po' così. Mi sono detta: ma dove vado in Ticino se voglio parlare di sessualità? E lì ho capito che mancava qualcosa. Mi sono quindi rimessa a studiare, nel caso specifico pedagogia sessuale, ed eccomi qui».

Guarda l'intervista integrale e gli altri episodi di TioTalk su Tio.ch, oppure sul nostro canale YouTube.

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COMMENTI
 

Geni986 1 sett fa su tio
Interessantissimo! Grazie Patrick. E grazie alla signora per la sua attività. L'amore, anche quello intimo, sta nel dare senza pretendere nulla in cambio. Se è presente amor proprio da entrambe le parti, il ritorno sarà automatico, e si toccherà il paradiso in due molto spesso ☺️.

rosi 1 sett fa su tio
donne ed uomini spegnete i social, siate naturali, ritornare al sogno, al desiderio per una donna/uomo "reali" e non virtuali e vedrete che andrà benissimo. Riscoprite l'importanza del desiderio attraverso lo sguardo. Gli occhi parlano.
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