La cooperazione di polizia tra Svizzera e Italia deve essere rafforzata

Trasmesso al parlamento il messaggio che mira ad aumentare la sicurezza nelle zone di confine. Il Centro di cooperazione di polizia e doganale di Chiasso verrà rafforzato
BERNA - La cooperazione tra le polizie svizzera e italiana deve essere rafforzata. Il Consiglio federale ha trasmesso oggi al parlamento il messaggio relativo a un nuovo accordo bilaterale - firmato lo scorso ottobre a Roma dalla ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga e dal ministro italiano dell'interno Angelino Alfano - che mira ad aumentare la sicurezza nelle zone di confine, garantendo più efficienza nella lotta alla criminalità e al traffico di esseri umani.
La convenzione precedente risaliva al 1998, ricorda in un comunicato il governo. Da allora la situazione è cambiata, in particolare a seguito dell'entrata della Svizzera nell'area Schengen e della relativa soppressione dei controlli sistematici delle persone alle frontiere.
Il nuovo accordo agevola in particolare lo scambio d'informazioni tra le autorità dei due paesi, il coordinamento di misure congiunte e il distaccamento di unità d'intervento, consentendo a queste ultime di partecipare a operazioni condotte dagli agenti dell'altra parte. Prevede inoltre l'assistenza reciproca in caso di eventi di vasta portata, catastrofi e gravi sinistri.
In base alla nuova intesa, Svizzera e Italia potranno formare pattuglie miste e svolgere servizi di scorta oltre frontiera. Le norme relative alle osservazioni e agli inseguimenti transfrontalieri saranno dal canto loro più ampie e dettagliate.
In tale contesto - si legge nel messaggio governativo - vengono rafforzate ed estese le competenze del Centro di cooperazione di polizia e doganale di Chiasso (CCPD), incaricato di coordinare da parte elvetica osservazioni, inseguimenti, attività delle pattuglie miste, scorte e transiti transfrontalieri.
Ats




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