Alessandro Casartelli
41 anni, è sposato con Cristina, padre di due gemelle: Noemi e Valentina (15 mesi). Ho viaggiato molto dopo la maggiore età formandomi e lavorando in Europa e Stati Uniti. Studi in scienze della comunicazione presso l’Università della California e specializzazioni nell’ambito della formazione in Ticino e della psicologia aziendale in Lombardia. Dal gennaio 2000 arrivo alla Direzione Generale del gruppo Accentrix SA, società specializzata in strategie di marketing e comunicazione. Poi, l'inizio dell'esperienza politica con le elezioni comunali per il quadriennio 2008 – 2012 di Torricella – Taverne nelle quali sono stato eletto Vice Sindaco. Parallelamente sono Vice Presidente della Delegazione scolastica dell’Istituto di Torricella – Taverne e Bedano e membro della Commissione Intercomunale delle Scuole medie di Camignolo.
Come è nata la passione per la politica?
L’esperienza professionale passata e presente, mi ha sempre portato ad un contatto ravvicinato con la politica e in particolar modo, a difendere gli interessi del Ticino. L’elezione di tre anni fa nell’esecutivo comunale, ha rotto gli indugi, ma soprattutto, mi ha portato a prendere un impegno preciso con i miei concittadini. Credo che questa esperienza mi abbia legato molto al cittadino. Cosa che voglio portare con me alle elezioni cantonali, per applicare quanto appreso in una prospettiva più ampia.
Quali sono i temi che le stanno più a cuore?
In un mondo sempre più globalizzato e interconnesso, tre i temi e le risposte che la sfida pretende. La formazione di base e continua quale elemento di sviluppo e crescita. Un’economia competitiva e attrattiva. E poi la cultura, nella sua capacità unica di essere collante per creare inclusione tra i cittadini e coesione sociale.
Quali sono i problemi più urgenti da risolvere in Ticino?
Direi un problema, con molte sfaccettature: la formazione. Devono essere riviste la scuola media e quella superiore, evitando uno scollamento sempre più marcato fra preparazione scolastica ed esigenze delle aziende e soprattutto, fra le aspirazioni lavorative degli studenti, una volta concluso il proprio ciclo di studi e le offerte del mondo del lavoro. Questi rischiano di trovarsi senza una preparazione adeguata e con l’incapacità di formulare un progetto consapevole sul proprio futuro in un mondo in cui le trasformazioni si fanno ogni giorno più incalzanti.
Quale il Ticino del futuro che sogna?
Un Ticino aperto, intraprendente e propositivo che trova la propria forza soprattutto nell’interpretare il nuovo e nel costruire il futuro.
Perché dovremmo votarla?
Competenza, impegno e serietà. Soprattutto, per la voglia di ascoltare e interpretare i bisogni dei cittadini.




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