In un’interpellanza si chiede chi fu il Consigliere di stato che diede il passaporto svizzero all’ex brigatista
BELLINZONA - Si torna a parlare di Alvaro Lojacono Baragiola, l’ex brigatista svizzero responsabile di due omicidi e coinvolto nell’uccisione di Aldo Moro. Oggi è stata inoltrata al Consiglio di Stato un’interpellanza a firma di Boris Bignasca, (Lega dei Ticinesi), Jacques Ducry ( PS indipendente) e Sebastiano Gaffuri (PLR), i quali si soffermano sui trascorsi ticinesi di Alvaro Lojacono Baragiola.
L’ex brigatista ha vissuto in Ticino per diversi anni, e fu arrestato a Lugano l’8 giugno 1988. Avendo il passaporto svizzero, e avendo rifiutato quello italiano, Lojacono Baragiola potè non essere estradato in Italia.
Ma «chi fu il Consigliere di Stato a capo del Dipartimento di Polizia, degli Interni e di Giustizia ai tempi dell’accaduto?» chiedono i tre deputati che nella loro interpellanza avanzano interrogativi anche sui rapporti «tra l’allora Governo, rispettivamente i singoli Consiglieri di Stato e la famiglia Baragiola». Si chiedono come sia stato possibile che un «terrorista ricercato internazionalmente abbia ricevuto il passaporto svizzero, e quali verifiche vennero svolte».
Nell’interpellanza viene pure chiesto per quali capi d’accusa è stato processato e condannato Baragiola in Svizzera, e se vi sono stati altri procedimenti oltre a quello per cui è stato processato, aperti nei suoi confronti e come si sono chiusi.