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LOCARNOLo cercano da una settimana: ora addirittura nel lago

23.05.24 - 14:31
Il 29enne kayakista britannico inghiottito dal fiume Melezza risulta ancora disperso. Piogge e acque torbide "frenano" le operazioni.
Rescue Media (archivio)
Lo cercano da una settimana: ora addirittura nel lago
Il 29enne kayakista britannico inghiottito dal fiume Melezza risulta ancora disperso. Piogge e acque torbide "frenano" le operazioni.

LOCARNO - Sette giorni e ancora nulla. A una settimana di distanza proseguono incessantemente le ricerche del kayakista inghiottito dalle acque del fiume Melezza nelle Centovalli, all'altezza di Palagnedra, lo scorso 16 maggio. E adesso gli agenti della Polizia Lacuale hanno ampliato le ricerche dello sventurato al lago Maggiore e alla foce della Maggia.

Fiume setacciato in superficie – «Il fiume Melezza è stato controllato dettagliatamente in superficie – spiega Marcel Luraschi, responsabile della Polizia Lacuale –. A causa delle forti piogge, della conseguente importante portata del fiume, nonché della scarsa visibilità non abbiamo ancora potuto effettuare ricerche in profondità nell’acqua nella zona in cui si sono perse le tracce del kayakista».

Non si esclude che sia stato trascinato fino al lago – Proprio nella Melezza, tra Intragna e Golino, era stato rinvenuto il kayak del 29enne britannico che, lo ricordiamo, è una vera star internazionale della disciplina. «Considerate le forti correnti di questi giorni – riprende Luraschi – non escludiamo che il kayakista possa essere stato trascinato fino alla foce della Maggia o fino al lago. Ecco perché stiamo operando anche lì e lo faremo anche domani».

L'ultimo avvistamento – Nei prossimi giorni, quando le piogge si calmeranno, gli specialisti cercheranno ancora nella Melezza. Andando più a fondo. Non si hanno notizie dell'uomo dalle 14.45 circa di giovedì 16 maggio. È attorno a quell'ora che, in territorio di Palagnedra, si è verificato l'incidente. I suoi compagni d'avventura erano riusciti a mettersi in salvo raggiungendo la riva nella zona di Corcapolo.

L'esperta: «Acque torbide» – Anna Nizzola, presidentessa della Commissione cantonale Acque sicure, contestualizza: «Capisco che per la gente comune sette giorni senza avere trovato il disperso possano sembrare tanti. Ma non ha praticamente mai smesso di piovere dal giorno dell'incidente. Le condizioni per i sommozzatori non sono buone, anche a livello di visibilità. Queste forti piogge infatti portano sabbia e detriti nelle acque che poi diventano torbide. Quello che solitamente è visibile, adesso non lo è».

«Tanti sassi sommersi» – Una svolta potrebbe arrivare col ritorno di un tempo stabile. «Il fiume è pieno di sassi sommersi – precisa Nizzola –. Fino a questo momento non si è potuto andare lì sotto a vedere se eventualmente ci fosse il disperso. La portata dell'acqua del fiume è veramente elevata attualmente. E poi dipende davvero molto dal tipo di incidente che c'è stato. Sulla dinamica sappiamo troppo poco. Non si possono ancora tirare conclusioni».

Care Team Ticino, sostegno rifiutato – Alcuni parenti e amici dello sventurato si trovano ancora nella regione. Anche per seguire da vicino gli sviluppi della vicenda. Il Care Team Ticino, specializzato nel supporto delle vittime di un evento traumatico, ha più volte offerto loro un sostegno psicologico. Offerta tuttavia declinata dai diretti interessati. «Rispettiamo la loro decisione ovviamente», spiega a tio.ch un coordinatore del Care Team.

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