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Quel telegramma che li fece sposare

A Lugano esiste il centro operativo per i telegrammi in Svizzera, un mezzo di comunicazione ancora utilizzato perché ha ancora "un che di magico"
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Quel telegramma che li fece sposare
A Lugano esiste il centro operativo per i telegrammi in Svizzera, un mezzo di comunicazione ancora utilizzato perché ha ancora "un che di magico"
LUGANO - “Nel giorno di San Valentino del 2008, un ragazzo inviò una graziosa poesia tramite telegramma alla ragazza di cui era innamorato. Lo firmò con il suo nome di battesimo. Subito dopo aver ricevuto il telegramma, la...

LUGANO - “Nel giorno di San Valentino del 2008, un ragazzo inviò una graziosa poesia tramite telegramma alla ragazza di cui era innamorato. Lo firmò con il suo nome di battesimo. Subito dopo aver ricevuto il telegramma, la ragazza ci chiamò dicendoci che aveva molto apprezzato la poesia, che voleva contattare il mittente ma che non sapeva proprio di chi potesse trattarsi. Chiedemmo al mittente se ci dava il permesso di comunicare alla ragazza il suo nome e i suoi dati, lui confermò immediatamente. Adesso sono sposati ed hanno un figlio!“. La storia è tutta svizzera e racconta di un servizio, quello del telegramma, che non è certamente morto. Anzi. Il centro operativo per i telegrammi in Svizzera si trova presso la SwissTelex a Lugano. La società Unitel Telegram Services con sede a Zugo ha ripreso il servizio telegrafico nel 2002 e i dati parlano chiaro: circa mille telegrammi al mese a destinazione della Svizzera.

Un metodo di comunicazione dunque che resiste. Seppure con i dovuti cambiamenti e miglioramenti, oggi ci sono opzioni per ogni occasione, felice o triste, privata o d’affari. Il mittente per esempio in Svizzera può decidere il momento del recapito e scegliere se aggiungere una cartolina di lusso adeguata all’occasione o perfino i fiori. I telegrammi sono recapitati entro le 2 ore in molti paesi. Abbiamo chiesto alcune curiosità a Paola Gianinazzi del centro operativo di Lugano:

Si può dire che il telegramma non è morto, in base all'uso che se ne fa?
“Il telegramma non è ancora morto. Nel mondo intero più di 150 milioni di telegrammi sono ancora inviati ogni anno. Il telegramma ha trovato la sua posizione di nicchia nel mondo dei mezzi di comunicazione moderni come sms, e-mail, twitter e altro. E' la comunicazione dei re e il re delle comunicazioni“.

Chi sono le persone o le aziende che lo usano?
“Si tratta di persone private che vogliono inviare congratulazioni o condoglianze in modo originale. Ci sono poi ditte e altre organizzazioni che inviano telegrammi anche per messaggi legali importanti come ultimi avvertimenti a dipendenti o clienti, oppure come invii commerciali e pubblicitari di massa“.

Quali sono gli scopi per cui viene utilizzato?
“Al giorno d’oggi il telegramma è usato soprattutto per messaggi importanti che devono avere un impatto sul destinatario. In confronto a quando si inviavano milioni di telegrammi al giorno, oggi ne è rimasta solo una piccola percentuale. I volumi di traffico attuali fanno comunque del telegramma un messaggio che si distingue da ogni altro“.

Il telegramma ha un significato simbolico?
“Il telegramma ha un che di magico. Immaginiamo il direttore di una società con una montagna di posta sulla sua scrivania. Poi entra il fattorino con un telegramma. Cosa farà il direttore? Aprirà dapprima il telegramma o il resto della posta? Normalmente un telegramma contiene un messaggio importante. Lo si può vedere anche nei vecchi film. E naturalmente non è possibile inviare messaggi importanti come le condoglianze tramite sms o e-mail. Il telegramma trasporta un messaggio e prova che chi lo invia ha un grande rispetto per chi lo riceve“.

Esiste ancora la parola "stop" o altre parole simili? Oppure non vengono più usate, allo scopo di risparmiare?
“Ci sono persone che ancora usano il termine “stop”, ma non è necessario. Lo usano o per divertimento oppure perché vogliono dare un’impronta nostalgica al loro telegramma“.

E chiudiamo con un vecchio aneddoto: "Nel 1925 un uomo fu inviato in California dal suo capo, un produttore, per trovare un luogo adatto per un nuovo studio cinematografico. L’uomo inviò un telegramma al suo capo dicendo “Ho trovato un enorme granaio in un paesino sconosciuto ma carino, di nome Hollywood”. Il resto è storia…"
 

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