Cerca e trova immobili
CANTONE

«Così non li recupereremo mai»

Immacolata Iglio Rezzonico, avvocata specializzata in migrazione, è scettica sull'idea di volere separare gli asilanti "pericolosi" dagli altri.
Foto Tio.ch/ PM
«Così non li recupereremo mai»
Immacolata Iglio Rezzonico, avvocata specializzata in migrazione, è scettica sull'idea di volere separare gli asilanti "pericolosi" dagli altri.

BALERNA/ NOVAZZANO - Richiedenti l'asilo problematici separati dagli altri. La sperimentazione annunciata dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM) scatterà all'inizio della prossima estate e, oltre al Centro di Flumenthal (Soletta), coinvolgerà anche il Centro Pasture di Balerna-Novazzano. L'idea ha suscitato reazioni contrastanti. Tra chi, a suo modo, è scettico c'è Immacolata Iglio Rezzonico, avvocata specializzata nel diritto della migrazione. «Così si ghettizzano le persone», sostiene.

Come funzionerà – Aree ben delimitate e un dispositivo di sicurezza adeguato. Il provvedimento riguarderà solo individui maschi e maggiorenni. Poche decine di persone se si considera che la SEM nelle sue strutture accoglie «circa 6'000 migranti di cui la maggior parte si comporta bene». Se l'esperimento dovesse funzionare, la stessa SEM estenderà la misura a tutti i suoi centri, prevedendo allo stesso tempo una serie di interventi di ristrutturazione.

La prima domanda – Iglio Rezzonico appare contrariata. «Mi chiedo come mai occorra sempre intervenire in maniera coercitiva invece di prevedere progetti con interventi mirati per persone che arrivano da trascorsi di vita non facili e molto spesso traumatici».

«Sono questioni che competono i giudici» – Sono tanti i quesiti che l'avvocata si pone. «Ad esempio mi domando con quale diritto la SEM si arroghi la facoltà di infliggere sanzioni che competerebbero semmai l'ambito penale, con decisioni dei giudici in seguito a eventuali reati commessi».

«Investimento sproporzionato» – Ma non è tutto. «Perché poi si parla solo di uomini? Anche alcune donne possono essere problematiche. E perché per così poche persone, circa dieci per centro stando ai dati della SEM, occorre implementare un progetto di questo tipo, che comporta oneri di spesa enormi? Non sarebbe stato più opportuno invece prevedere investimenti in progetti che potessero portare a una reale accoglienza e all'integrazione?»

Un punto di vista alternativo – L'avvocata entra ancora più nello specifico. Ed esplicita il suo punto di vista. «Queste persone hanno un estremo bisogno di un sostegno diretto a livello psicologico e di accompagnamento nella vita di tutti i giorni. Se le isoliamo rischiamo di non recuperarle più. Sarebbe stato meglio investire soldi in una presa a carico ancora più puntuale».

«Come si fa a capire se migliorano?» – Invece si è scelta un'altra via. «Che non rappresenta nulla di lungimirante. E poi per capire se una persona è migliorata c'è la necessità che stia in mezzo al resto della gente. Se queste persone riceveranno un permesso, entreranno a fare parte poi nella nostra società. E come faranno se le abbiamo etichettate in questo modo?».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.
COMMENTI
NOTIZIE PIÙ LETTE