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LUGANO

Il triste Natale di una mamma: «Siamo nei guai»

La storia della 40enne Michela: ha tre malattie croniche e a suo figlio autistico sono stati tolti gli assegni integrativi. Per i prossimi mesi non si prevedono entrate. E ora?
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Il triste Natale di una mamma: «Siamo nei guai»
La storia della 40enne Michela: ha tre malattie croniche e a suo figlio autistico sono stati tolti gli assegni integrativi. Per i prossimi mesi non si prevedono entrate. E ora?

LUGANO - Suo figlio autistico anche se va ancora alle scuole medie non può più beneficiare degli assegni integrativi. Perché ha già compiuto 15 anni. Allo stesso tempo lei, una 40enne del Luganese, ha tre malattie croniche e sta tentando con tutte le forze di reinserirsi professionalmente tramite l’Assicurazione Invalidità (AI). Quella della signora Michela (vero nome noto alla redazione) è una storia triste. «Non so come tirare avanti nei prossimi mesi», sospira. 

Una vicenda complicata – Per comprendere bene la situazione bisogna tornare indietro di qualche mese. «Senza preavviso non mi sono più stati versati gli assegni integrativi di 800 franchi al mese per mio figlio. Ad agosto infatti ha compiuto 15 anni. E dopo quell’età secondo la legge non avrebbe più diritto a quel tipo di sostegno. Avendo iniziato le elementari un anno più tardi a causa delle sue difficoltà, però sta ancora frequentando le scuole medie».

«Ci mettono in croce» – Nelle parole della donna si intravede un po’ di ingenuità. Si capisce che, tra una cosa e l'altra, non si è informata per tempo su come correre ai ripari. E nessuno pare averlo fatto per lei. «Pensavo che gli assegni andassero fino alla fine del percorso scolastico dell’obbligo. Mio figlio ha compiuto 15 anni ad agosto e fino a novembre ha ancora percepito gli assegni. Poi basta. Ero veramente convinta che si andasse avanti fino a giugno 2026. Capisco che la legge vada rispettata, ma così ci mettono in croce». 

Alla ricerca di un lavoro – Perché la situazione famigliare di Michela dipende anche da altro. «Attualmente non riesco a trovare un lavoro in modo autonomo. Vengo aiutata nel reinserimento tramite dei consulenti. Per il momento non percepisco alcuna rendita. Non ho neanche diritto alla disoccupazione perché a causa delle mie malattie sono fuori dal giro da troppo tempo. Per fortuna che il mio ex marito ci sostiene. Ma non possiamo chiedere tutto a lui. Forse da gennaio potrei iniziare a lavorare in un'azienda, siamo in trattativa». 

Un buco di alcuni mesi – La diagnosi in merito all’autismo del figlio è arrivata solo di recente. Questo crea un’ulteriore impasse. «Anche per lui immagino che ci sarà un aiuto da parte dell'AI. Ma non immediato. Purtroppo per il mese di dicembre e di gennaio non so come tirare avanti. Stanno arrivando fatture grosse, senza contare tutte le spese mediche per me e mio figlio che dovrò affrontare a gennaio perché la franchigia della cassa malati si azzera». 

«Non si valuta la singolarità dei casi» – Michela ha fatto presente la sua condizione all'ufficio cantonale LAPS (Legge armonizzazione prestazioni sociali). «Ma mi hanno detto che ci sarebbe solo l'assistenza. E che comunque avrei diritto a poche centinaia di franchi mensili. Sono stanca, mi sono battuta per anni per capire cosa ha mio figlio. Allo stesso tempo ho lottato a lungo per la mia salute. Forse avrei potuto informarmi meglio prima. Ma c'erano tante altre priorità. È scioccante il fatto che lo Stato non valuti le singolarità dei casi. Io e mio figlio siamo in guai seri e nessuno ci sta dando una mano». 

Niente deroghe secondo la legge vigente – Contattato da tio.ch Pierluigi Zuccolotto, capo dell'Ufficio delle prestazioni dell'Istituto delle assicurazioni sociali, non entra nel merito della vicenda specifica. Ma spiega: «In generale, la Legge sugli assegni di famiglia stabilisce che l’assegno di formazione integrativo è riconosciuto per un figlio che non ha ancora compiuto i quindici anni. Pertanto, in considerazione del fatto che le disposizioni legali vigenti non prevedono deroghe, il diritto all'assegno integrativo oltre il quindicesimo anno di età non può essere concesso».

Soluzioni alternative – Zuccolotto tuttavia evidenzia come vi siano soluzioni alternative. «La rete sociale cantonale offre diversi aiuti alternativi per persone che esauriscono il diritto agli assegni, a seconda del singolo caso. Per maggiori informazioni bisogna rivolgersi allo sportello comunale del proprio Comune di residenza».

Quelle persone che non sanno come funziona il sistema
Essere poveri in un Paese mediamente molto ricco. È il paradosso di molti svizzeri evidenziato anche dal recente monitoraggio nazionale pubblicato dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali. Nella Confederazione 8 persone su 100 vivono sotto la soglia di povertà. Il sondaggio dimostra anche come migliaia di persone abbiano diritto ad aiuti sociali. Senza però richiederli. Un po’ per vergogna e spesso perché non sanno come funziona il sistema. Secondo un altro studio, il Ticino è tra i Cantoni messi peggio: nel 2022 il tasso di povertà era del 12,8%, quattro punti sopra la media nazionale. 

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