Stare seduti in ufficio fa ammalare

Mal di schiena e contratture, quando diventano cronici, alimentano dolore e ansia. «Sono tra le prime cause di assenteismo», avverte l’esperto. Ecco come affrontarli.
Mal di schiena e contratture, quando diventano cronici, alimentano dolore e ansia. «Sono tra le prime cause di assenteismo», avverte l’esperto. Ecco come affrontarli.
LUGANO - Stare seduti otto ore al giorno danneggia corpo e mente. Lo sa bene un 40enne del Luganese, affetto da lombalgia cronica e costretto da anni a frequenti sedute di fisioterapia per trovare sollievo. Il dolore gli rende sempre più difficile restare seduto così a lungo, tanto da aver chiesto al datore di lavoro una postazione in piedi, con una standing desk. Una situazione tutt’altro che rara e condivisa anche da persone più giovani: una 30enne, ad esempio, ha iniziato a soffrire di cervicalgia subito dopo l’ingresso nel mondo del lavoro. E questi sono solo alcuni dei casi che Ernest Makaj, fisioterapista dello studio Fit Lab 2.0 di Lugano, incontra quotidianamente. «Il nostro corpo non è progettato per l’immobilità – spiega –. C’è una correlazione evidente tra sedentarietà e il mal di schiena in generale: le posizioni statiche, come lo stare seduti a lungo, riducono la mobilità articolare e la forza della colonna, provocando sovraccarichi e dolore. Spesso il mal di schiena è proprio un segnale del corpo che invita a muoversi di più». Secondo i dati più recenti dell'Ufficio federale di statistica (UST), questa sintomatologia interessa il 43,5% della popolazione.
Dall’indagine emerge che a soffrirne maggiormente sono le donne (48,4%) rispetto agli uomini (37,7%). È così?
«Sì, le donne sperimentano più frequentemente dolore alla schiena, soprattutto tra i 30 e i 60 anni. Le cause sono sia ormonali sia strutturali, talvolta legate al periodo della gravidanza, che può influenzare la stabilità della colonna. Tuttavia, sono generalmente più attente alla prevenzione e tendono a rivolgersi precocemente al fisioterapista. Intervenire per tempo con esercizi mirati può fare una grande differenza nella gestione del disturbo».
Come si manifestano i sintomi nel breve e lungo termine?
«Nel breve periodo si riscontrano dolore localizzato, contratture e rigidità, spesso dopo posture prolungate o sovraccarichi. A lungo termine, se non trattato, il dolore può diventare cronico».
Quali sono le conseguenze?
«Possono andare dalla semplice contrattura muscolare o rigidità articolare fino al dolore cronico, con perdita di forza, sensibilità ridotta e limitazioni nelle attività quotidiane. Il dolore persistente ha anche un impatto psicologico, provocando stress e ansia. Questo può andare a influire sulla vita sociale e lavorativa, oltre a essere tra le principali cause di assenza dal lavoro. Dopo episodi frequenti, è importante riacquistare fiducia nel movimento con esercizi personalizzati e graduali».
Quali sono i rimedi più efficaci?
«Si basano su tre concetti fondamentali: movimento, postura e prevenzione. Per ridurre dolore e tensione occorrono stretching, tecniche di rilassamento ed esercizi fisioterapici mirati, soprattutto nel breve termine. Sul lungo periodo, è importante rinforzare i muscoli della colonna e del tronco, migliorare la postura e integrare attività fisica regolare. Anche piccoli adattamenti quotidiani, come modifiche ergonomiche, possono contribuire a ridurre il disturbo».
Bastano mezz’ora di esercizio al giorno?
«È utile, ma non compensa sufficientemente la sedentarietà di tutta la giornata. Il problema principale è il tempo trascorso in posizione statica, che riduce la mobilità della colonna e indebolisce i muscoli. Piccoli gesti costanti possono fare una grande differenza».
Concretamente?
«Sicuramente alzarsi ogni ora, fare brevi pause attive o camminare qualche minuto; rinforzare i muscoli del tronco e della schiena con esercizi mirati; muoversi con consapevolezza; integrare attività fisica regolare anche breve; curare l’ergonomia sul lavoro, regolando altezza di sedia e tavolo, posizione del monitor e organizzazione dello spazio. La prevenzione richiede costanza e attenzione sia al corpo sia all’ambiente: movimenti consapevoli e cura dell’ergonomia - come detto - possono ridurre il dolore e migliorare la qualità della vita».






Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!