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La pena sospesa, e l'espulsione dal Paese per 5 anni, a un italiano 36enne a cui è stata riconosciuta la violenza ai danni di una sex worker
LUGANO - Due anni di carcere, sospesi con la condizionale, una multa da 500 franchi e l'espulsione dalla Svizzera per la durata di 5 anni.
È questa la condanna inflitta a un 36enne italiano reo di essersi sfilato il profilattico - pratica definita tecnicamente come “stealthing” - durante un rapporto con una professionista del sesso in un postribolo di Chiasso. A darne notizia sono la Regione e il Corriere del Ticino.
Un processo, quello tenutosi oggi in forma abbreviata alle Assise correzionali di Mendrisio in Lugano, decisamente particolare e d'interesse perché per la prima volta - dall'entrata in vigore dello scorso luglio nuovo diritto penale in materia sessuale - riconosce il sopracitato “stealthing” come reato punibile alla stregua di una violenza carnale (Art. 190).
Il rapporto era stato consumato a gennaio e, da allora, l'uomo ha trascorso due settimane in carcere ed era stato diffidato dal contattare la vittima.
Quest'ultima, che ha intentato causa in sede civile, riceverà 600 franchi di indennità di perdita di guadagno e torto morale.
