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LUGANO

Un'isola artificiale a Lugano? «Ma è un plagio»

Il progetto commissionato dal Municipio. Ma assomiglia a un'idea lanciata pochi mesi fa da due consiglieri comunali
foto Municipio di Lugano
L'isola "rotante" immaginata da Ratti e Mic
Un'isola artificiale a Lugano? «Ma è un plagio»
Il progetto commissionato dal Municipio. Ma assomiglia a un'idea lanciata pochi mesi fa da due consiglieri comunali
LUGANO - Una grande isola artificiale, collegata a Lugano da due pontili. Con bar, auditorium, e due isolette "satelliti": una per concerti, e una palestra galleggiante. Idea bellissima, «visionaria» secondo il Comune di Lugano. Un p...

LUGANO - Una grande isola artificiale, collegata a Lugano da due pontili. Con bar, auditorium, e due isolette "satelliti": una per concerti, e una palestra galleggiante. Idea bellissima, «visionaria» secondo il Comune di Lugano. Un plagio «bello e buono» secondo altri. 

È appena emerso dalle acque del Ceresio, il "Vision plan" del lungolago di Lugano, e rischia già di affondare tra le polemiche. Realizzato dal professore del MIT Carlo Ratti e dallo studio milanese MIC (Mobility In Chain), è stato presentato settimana scorsa dal Municipio (che ne è committente) assieme alla richiesta di un credito da 500mila franchi. 

Soldi che serviranno a indire una gara di progettazione, per disegnare la Lugano "vista lago" del futuro. Intanto, però, il progetto dell'isola artificiale ha già attirato l'attenzione dei media, e le lodi del sindaco Marco Borradori. 

Ma non tutti sono così entusiasti del progetto. Anche perché sembra stranamente simile a un'altra isola artificiale, presentata al pubblico pochi mesi fa. Il progetto "Lugano 2040+" era stato concepito da due consiglieri comunali, Giovanni Albertini (PPD) e Tiziano Galeazzi (UDC) assieme a Max Bartolini, organizzatore di Lugano Cliff Diving.

«Si tratta di un plagio bello e buono» commenta Albertini. «Oltretutto il progetto che abbiamo presentato era completamente gratuito». Illustrata con tanto di conferenza stampa a marzo scorso, anche l'isola galleggiante di Albertini-Galeazzi-Bartolini doveva ospitare bar, ristoranti e un'area concerti. Ancorata sul fondo del lago, sarebbe stata alimentata da pannelli solari, sonde ed eliche subacque. 

La prova che, punzecchia Albertini, «le visioni le abbiamo direttamente in casa e non sempre bisogna commissionare studi e mandati per realizzare qualcosa di concreto. Occorrerebbe semmai un maggiore confronto». Confronto che - viste le premesse - non mancherà di sicuro, nelle discussioni a seguire in Consiglio comunale.

 

 

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