Un educatore in prova presso un istituto socio-sanitario è stato lasciato a casa, quando un problema di salute si è aggravato. Il Vpod: «Settore sotto pressione».
LUGANO - Sulle spalle dei lavoratori il peso aumenta, nel settore dell'assistenza e delle cure. E proprio per un forte mal di schiena un giovane educatore del Luganese è stato lasciato a casa, di punto in bianco, dall'ente per cui lavorava.
Problema generale - La lettera di disdetta è arrivata a inizio settimana. Nelle stesse ore il Vpod lanciava l'allarme (l'ennesimo in realtà) sulle condizioni di lavoro nel ramo socio-sanitario in Ticino: il sindacato denuncia un «clima negativo» generalizzato, «mancate sostituzioni di malattie e infortuni», «turnistica inadeguata».
La vicenda - Il caso di M.L., 25enne luganese, è singolare ma casca a fagiolo. Il giovane ha iniziato a giugno un periodo di prova come educatore presso un ente del Luganese che si occupa di disabili. Vuole aiutare il prossimo, ma ha a sua volta un problema.
Schiena da operare - «Dopo poco tempo ho avvertito l'aggravarsi di un dolore cronico alla schiena che, a un esame medico, è risultato necessitare un'operazione» racconta il giovane. «Ho avvisato il datore di lavoro fin da subito – afferma – e l'ho aggiornato in modo trasparente ad ogni sviluppo».
«Su tutte le furie» - Ma la notizia dell'operazione non piace al direttore dell'ente. «È andato su tutte le furie» racconta il 25enne. La versione del dirigente è diversa: «Avevamo già delle perplessità, abbiamo agito senza rancore nel rispetto delle regole» spiega. «Semplicemente, l'educatore non ha superato il periodo di prova». E il problema di salute «non era emerso in fase di assunzione, anzi abbiamo ricevuto dal collaboratore un certificato di buona salute».
«Settore sotto pressione» - Dopo alcuni giorni arriva la famigerata lettera di disdetta, e il giovane informa il sindacato. Ma «purtroppo in simili circostanze si può fare poco» ammette Massimo Mantovani del Vpod. «I tre mesi di prova sono un periodo decisamente poco tutelato. È un buco legislativo, ma in generale tutto il settore è sotto pressione negli ultimi anni. Avere dipendenti in malattia si traduce in aumenti dei premi assicurativi. E questo ai datori di lavoro dà fastidio». All'origine di tutto, secondo il sindacalista, ci sarebbero «le politiche cantonali di contenimento dei costi». Che alla fine si scaricano sulla schiena - magari già malridotta - dei dipendenti.