Dopo la bufera scoppiata attorno a un politico comunale di Giubiasco, ecco i numeri: ogni anno 100.000 svizzeri nei pasticci. Oltre la metà per questioni di guida
BELLINZONA – Una macchia sul casellario giudiziale può costare cara. Chiedetelo a Flavio Bruschi, municipale di Giubiasco, che nel 2012 si è fatto beccare a 170 all’ora sull’autostrada del Ceneri. Il reato commesso è tornato di recente a galla al momento in cui Bruschi ha presentato la sua documentazione per candidarsi alle elezioni della Nuova Bellinzona. Una situazione imbarazzante. Eppure Bruschi è in buona compagnia. «Ogni anno – evidenzia Raphael Frei, portavoce dell'Ufficio federale di giustizia – sono oltre 100.000 le condanne registrate nel casellario giudiziale. Oltre la metà dei casi riguarda proprio reati contro la legge sulla circolazione stradale».
Dentro le cifre – Gli ultimi dati disponibili sono quelli del 2015. Con 108.500 adulti condannati (circa 5.000 ticinesi) e registrati nel casellario giudiziale. «Ben 57.600 per reati sulla strada. È un trend». Per il resto quasi 35.000 situazioni riguardano una violazione del codice penale. «Ad esempio – commenta Frei – si parla di reati patrimoniali, violenti o sessuali. Poi ci sono state 18.000 sentenze per violazioni della legge sugli stranieri, ad esempio per entrate o soggiorni illegali in Svizzera. Statisticamente questi reati sono in calo. Aumentano del 4% invece i reati per traffico di stupefacenti, con ben 7.000 casi».
Fino a più di 20 anni – Secondo Frei, la tendenza generale evidenzia un leggero rialzo, di anno in anno, delle iscrizioni sul casellario. «Anche perché è aumentata la popolazione». Ma per quanto tempo una persona è costretta poi ad avere il casellario sporco? Dipende dalla gravità del reato commesso e dalla pena. Come minimo solitamente si parla di 10 anni. «Per le pene detentive senza la condizionale – puntualizza Frei – il tempo di permanenza del nome sul casellario può essere anche di 20 anni, a cui vanno sommate le durate dei periodi di carcere».
Eccezioni – In linea di massima, comunque, le sentenze non sono riportate sull’estratto rilasciato a privati, se sono trascorsi due terzi della durata determinante per l'eliminazione. «Va detto che per legge una condanna eliminata dal casellario giudiziale non può più essere utilizzata contro l’interessato. I dati eliminati non sono archiviati, ma distrutti».
Quando serve il casellario – Intanto, però, chi ha il casellario giudiziale sporco rischia di compromettersi opportunità di carriera. Non solo in ambito lavorativo, ma anche sociale. «Un estratto per privati è richiesto al momento di una candidatura per un posto di lavoro, per l’acquisizione di un permesso per il porto d'armi, per la domanda di cittadinanza. Ogni caso viene valutato singolarmente».
Rigidità imperativa – E se in alcune situazioni, a seconda anche della posta in palio, si può chiudere un occhio, in altre la rigidità è imperativa. Accade, ad esempio, per le attività in cui si ha a che fare con minori. A quel punto si è marchiati praticamente a sangue. «Se l’interdizione – conclude Frei – è stata pronunciata per proteggere minorenni o persone particolarmente vulnerabili, allora viene riportata nell’estratto specifico per privati fintanto che l’autorità lo ritiene opportuno».