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CANTONECambio al vertice per oltre 7mila aziende: l'economia ticinese è a rischio

27.11.14 - 06:10
Il 65% delle imprese locali è familiare, un terzo è vicino al passaggio generazionale: ma neanche la metà riesce a portarlo a termine
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Cambio al vertice per oltre 7mila aziende: l'economia ticinese è a rischio
Il 65% delle imprese locali è familiare, un terzo è vicino al passaggio generazionale: ma neanche la metà riesce a portarlo a termine

BELLINZONA - Una nuova sfida rischia di mettere alla prova l'economia ticinese, costituita per il 65% da imprese a carattere familiare. La percentuale gode di un incremento del 2% in soli dieci anni, a dimostrazione di quanto la famiglia rappresenti il nerbo del sistema produttivo locale: ma potrebbe presto crollare, se le aziende non si dimostreranno in grado di superare gli imminenti passaggi generazionali. Circa 21mila, su un totale di 33mila, quelle attualmente presenti sul territorio: fra 7mila e 9mila, numeri stimati sulla base dell'età dei responsabili, risultano prossime al cambio al vertice. Un passaggio tutt'altro che semplice, spesso anzi foriero di complicazioni e di rinunce da parte degli eredi legittimi: si calcola che soltanto una quota tra il 30% e il 40% sia in grado di passare dalla prima alla seconda generazione con successo. “Non è mai stato difficile come ora rimanere competitivi e passare l'azienda alla prossima generazione – spiega Gianluca Colombo, professore di Management e imprenditorialità all'Usi, co-direttore dell'Emba (Executive Master in Business Administration) e coordinatore di una ricerca sulle imprese familiari in Ticino – Siamo convinti sia necessario intraprendere un'azione mirata”. 

Professore, anzitutto che cosa si intende per aziende familiari?

"Sono familiari le aziende il cui capitale appartiene a persone della stessa famiglia o a famiglie tra loro parenti. La quota di capitale posseduta dall'insieme dei familiari deve assicurare il controllo dell'azienda. Ci possono dunque essere aziende familiari piccole e medie, ma anche molto grandi".


In che modo si distinguono dalle altre?

"La diversità sta nell'orientamento a lungo termine della proprietà e della dirigenza. Infatti, le famiglie vogliono lasciare l'azienda alle future generazioni: perciò investono pensando molto più a lungo delle altre e con un atteggiamento meno speculativo.
La tradizione è un patrimonio di valori e di principi che rafforza i vincoli di solidarietà e di fiducia tra familiari, rappresentando un efficace meccanismo d’integrazione con le nuove generazioni".

Svantaggi?

"Due svantaggi. Da un lato i conflitti tra familiari, che possono paralizzare l'azienda, dall'altro la possibilità che le famiglie non sviluppino al proprio interno competenze adeguate. Alcune possono essere trovate sul mercato, assumendo collaboratori. Ma i valori chiari della proprietà responsabile e le competenze imprenditoriali devono restare in famiglia".


In Ticino di quante imprese parliamo?

"Il 65% circa delle aziende ticinesi private è familiare. Noi abbiamo recensito quelle appartenenti ai principali settori e sono più di 422 sulle 688 comprese nel nostro database. Rispetto al totale delle aziende ticinesi, abbiamo circa 21.000 aziende familiari su 33.000".

Parecchie di loro sono prossime al passaggio generazionale. Che cosa comporterà per il Ticino?

"Il passaggio generazionale è un processo durante il quale di norma due generazioni si sovrappongono: per questo il dato è di solito riferito ad un periodo di 5 anni. Nei prossimi cinque anni lo vivranno da 7000 a 9000 aziende.
Fra le 422 da noi censite, la maggioranza è di seconda generazione. In parte ciò è dovuto alla storia industriale del Ticino, che ha visto molte imprese fondate negli anni '60 e '70 del secolo scorso; in parte è dovuto anche a precedenti successioni non riuscite".


Qual è il problema?

"È un passaggio rischioso: ma è comunque un passaggio naturale. Se ben preparato è un'opportunità, perché ogni nuova generazione contribuisce a rinnovare e sviluppare l'azienda. Tra l'altro, nonostante i passaggi generazionali, le aziende familiari vivono mediamente di più. Ricerche internazionali calcolano che l'età media sia di circa 40 anni: quasi dieci in più delle altre".


E le “successioni non riuscite” cui fa riferimento?

"Ci sono passaggi generazionali più complessi, vale a dire quelli dalla seconda alla terza generazione. Sono più difficili, perché coinvolgono un numero maggiore di familiari, tra l'altro con vincoli di parentela meno stretti". 


Che cosa accade all'azienda se la successione non riesce?

"Se la successione non è all'interno della famiglia, tra figli o nipoti, di solito si vende a terzi. Non è quasi mai la soluzione desiderata, ma è spesso molto meglio che affidare l'azienda a successori non adatti o non motivati. Ovviamente anche la cessione a terzi va preparata con cura: altrimenti è probabile che l'unica soluzione sia la liquidazione".



È vero che parte del problema è originata dal fatto che i giovani non sono più disposti ai sacrifici dei padri?

"Non direi che i giovani siano meno disposti ai sacrifici in generale. Comunque, il compito delle famiglie imprenditoriali è anche quelli di educare i figli ai valori della proprietà responsabile, che comprendono lo spirito di sacrificio".

Non c'è il rischio che diventino brutte copie dei predecessori?

"L'altro aspetto fondamentale è la formazione di uno spirito imprenditoriale. Può essere difficile per i figli convivere con un modelli imprenditoriali e personalità fortissime. Anche questo va considerato nella formazione dei figli".


Quanto spesso il figlio ha il coraggio di dire “no”? E il genitore è disposto ad accettare il rifiuto senza considerarlo un affronto?

"Non forzare i figli a fare gli imprenditori è fondamentale. Quindi educazione e formazione non riguardano solo i figli, come spesso si crede, ma anche i genitori: devono comprendere cosa vuol dire formare una generazione di proprietari e imprenditori".



Come aiutarli?

"Il nostro Emba (emba.usi.ch) è un esempio di come la formazione possa aiutare le nuove generazioni ad acquisire gli strumenti più idonei per assumere le responsabilità imprenditoriali. È un programma di general management che pone molto l'accento dell'imprenditorialità sull'innovazione e sulla gestione del cambiamento. Per questo fornisce le competenze necessarie a chi si sta preparando a responsabilità imprenditoriali. Il formato modulare consente inoltre di studiare lavorando a tempo pieno: cosa molto importante per chi già si dedica all'azienda familiare. Infine, l'approccio orientato alla pratica consente di utilizzare immediatamente ciò che si sta imparando: e questo contribuisce a dare sicurezza ai giovani. Alla fine del corso gli studenti devono lavorare ad un progetto per la propria azienda: questo progetto potrebbe proprio essere un pieno per il passaggio generazionale".




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