"Riccardo Donati si era ricostruito una vita"

Lo stupore di un conoscente di fronte al nuovo arresto del medico locarnese: "Sul lavoro era brillante. E giocava pure bene a calcio. Ci sono rimasto malissimo".
VERSCIO – “È incredibile. Quando l’ho saputo, ci sono rimasto malissimo”. A parlare è un conoscente di Riccardo Donati, il 47enne medico locarnese arrestato per presunta violenza carnale. Lo stesso medico che nel 2003 venne accusato dell’aggressione della madre Marisa a Verscio. Da allora cinque mesi di carcere e, siccome dall’inchiesta non emersero prove sufficienti, un risarcimento di circa 800mila franchi da parte dello Stato. “Dopo quel drammatico episodio – riprende il nostro interlocutore – Riccardo sembrava essersi ricostruito una vita. Certo, aveva fatto molta fatica. Ma alla fine era tornato una persona normale”.
Donati aveva ripreso a lavorare nel suo studio in via Franscini a Locarno: “Come medico era brillante. Molto professionale. E la triste vicenda legata alla madre non aveva scalfito le sue capacità. Riccardo è uno di quei dottori che ti sanno ascoltare. È sempre stato un suo pregio”. Donati militava anche nei veterani dell’Unione Sportiva di Verscio. “Un discreto calciatore – commenta il conoscente –. Io lo vedevo agli allenamenti, si dava da fare. Nelle ultime due settimane non c’era. Perché appunto si trovava in vacanza”.
Proprio durante le ferie a Nizza, in Costa Azzurra, si sarebbe verificato l’episodio di violenza carnale che lo costringe tuttora a restare chiuso in una cella al nono piano del Civico di Lugano. E la vittima sarebbe addirittura la moglie: “So che a un certo punto stavano divorziando. Qualcuno, però, qualche tempo fa mi aveva detto che si erano ravvicinati. Mi aveva fatto piacere. Anche perché ci sono di mezzo tre bambini. Ora arriva una nuova tegola. La cosa che più mi dispiace è sentire i commenti della gente e della stampa senza che si abbiano delle prove sull’accaduto. In queste situazioni servirebbe davvero più rispetto”.
RED




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