Aiuti svizzeri a Gaza, dubbi e timori sollevati da Quadri

I dubbi del consigliere nazionale sulla coerenza degli aiuti svizzeri e sulle possibili ricadute dell'accoglienza dei bambini feriti.
BERNA - La recente decisione del Consiglio federale di stanziare altri 23 milioni di franchi per Gaza – portando il totale degli aiuti svizzeri dall’inizio del conflitto a 150 milioni – suscita alcune perplessità nel consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri, che interroga l’Esecutivo sulla destinazione effettiva dei fondi e sulle conseguenze delle scelte intraprese.
Cinque milioni e mezzo del nuovo pacchetto, sottolinea Quadri, «serviranno a rafforzare l’Autorità nazionale palestinese (ANP)». Un impiego che, secondo Quadri, appare contraddittorio: l’ANP, sottolinea, destina ogni anno centinaia di milioni di dollari a indennità per le famiglie di terroristi uccisi o detenuti. Se l’Autorità dispone di tali risorse, si domanda il consigliere nazionale, perché dovrebbe ricevere ulteriore sostegno dalla Svizzera, proprio mentre a Berna si discutono tagli e misure di risparmio?»
Quadri domanda anche quale quota degli aiuti rischi di finire indirettamente nelle mani di Hamas. E non meno controverso secondo il deputato, è il dossier dei minorenni feriti provenienti da Gaza, con alcuni Paesi europei e diversi Cantoni che di fatto hanno rifiutato di accoglierli ritenendo l’operazione sproporzionata. Quadri chiede dunque chiarezza sui costi complessivi, sul destino finale dei giovani e dei loro numerosi accompagnatori, e sul rischio che nuovi ricongiungimenti familiari facciano lievitare ulteriormente le presenze.




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