L'1% possiede un terzo di tutta la ricchezza svizzera

La metà della popolazione dispone mediamente di 25mila franchi pro capite, a fronte dei 21 milioni di franchi
La metà della popolazione dispone mediamente di 25mila franchi pro capite, a fronte dei 21 milioni di franchi
ZURIGO - La Svizzera è considerata uno dei Paesi più ricchi al mondo, ma la distribuzione di tale benessere è sempre più diseguale. Secondo la World Inequality Database (WID), l’1% più ricco della popolazione detiene oltre il 31% del patrimonio privato complessivo, mentre la metà più povera, che include anche parte della classe media, possiede appena il 3,7%. Un divario cresciuto negli ultimi anni e che la Gioventù Socialista (GISO), con la sua iniziativa in votazione al 30 novembre, vuole diminuire.
Come riporta il Tages-Anzeiger, la causa principale di questo ampliamento, risiede nella crescita più rapida dei patrimoni rispetto ai redditi. I bassi tassi d’interesse hanno inoltre spinto verso l’alto i prezzi di immobili e investimenti, favorendo dunque chi già possiede ricchezze. Anche le azioni hanno registrato forti aumenti, i cui guadagni non sono tassati come reddito. Insomma, le persone benestanti beneficiano di condizioni fiscali favorevoli.
Nella maggior parte dei casi, la ricchezza è ereditata - In Svizzera non esiste un’imposta di successione nazionale, come quella proposta dalla Giso, malgrado quasi tutti i cantoni tassano eredità e donazioni, ma con ampie esenzioni per figli e coniugi. Uno studio delle economiste Isabel Martínez ed Enea Baselgia mostra che il 60% delle 300 persone più ricche ha ereditato il proprio patrimonio. Negli ultimi decenni, le aliquote su eredità, redditi e patrimoni sono state ridotte per mantenere la competitività fiscale dei cantoni, favorendo i più ricchi e attirando nuovi contribuenti benestanti dall’estero.
Per lo più sono stranieri - Secondo la stessa ricerca, gli stranieri sono sovrarappresentati ai vertici della ricchezza. Molti beneficiano del forfait fiscale, che tassa in base al costo della vita in Svizzera e non sul reddito o patrimonio globale. Questa eccezione, spesso criticata, contribuisce alla forte concentrazione della ricchezza nel Paese rispetto ad altri Stati.
Il divario appare enorme anche in termini assoluti: la metà della popolazione dispone mediamente di 25mila franchi pro capite, mentre l’1% più ricco supera i 21 milioni procapite: 800 volte di più. La crescita sproporzionata dei patrimoni fa sì che il fossato continui ad allargarsi.
Tasse solo per chi possiede oltre 50 milioni di franchi - L’iniziativa per l’imposta di successione riguarderebbe solo chi possiede oltre 50 milioni di franchi. E secondo una valutazione di Tamedia, corrisponderebbe a circa 2'800 persone, pari allo 0,05% della popolazione. Una ristretta élite che tuttavia - come sottolineato dal Consiglio federale - contribuisce in misura rilevante al gettito fiscale. L’Amministrazione federale delle contribuzioni stima che paghi circa il 3% di tutte le imposte sul reddito e il 27% di quelle sul patrimonio. Cifre simili sono state confermate da uno studio degli economisti Reto Föllmi e Stefan Legge per Swiss Family Business, contraria all’iniziativa.
Rischio fuggi fuggi - Quel che temono gli investitori è che una nuova tassa possa spingere molti ricchi a trasferirsi all’estero, causando perdite fiscali. Secondo un’analisi dell’economista Marius Brülhart per la Confederazione, l’effetto potrebbe variare da un guadagno di 0,3 miliardi a una perdita di 0,7 miliardi di franchi l’anno.
Cifra che per il professor Föllmi è stimata a 2,1 miliardi di franchi all’anno. Una manovra dunque che, in caso di deficit, potrebbe comportare un effetto boomerang, in cui ancora una volta saranno gli altri contribuenti a dover mettere mano al proprio portafogli.




