L'Australia vuole fare affari con la Svizzera

Gli accordi fanno parte della strategia di «diversificazione dei mercati» in risposta agli ostacoli messi dalla Cina
Gli accordi fanno parte della strategia di «diversificazione dei mercati» in risposta agli ostacoli messi dalla Cina
CANBERRA - L'Australia intende avviare accordi commerciali con Svizzera, Norvegia e Israele, oltre ad altre nazioni del Medio Oriente e dell'America Latina, per compensare gli attacchi «scorretti, ingiusti e immotivati» della Cina, che negli ultimi mesi ha bloccato o penalizzato con varie motivazioni esportazioni cruciali dall'Australia.
Lo ha annunciato oggi il ministro del Commercio Simon Birmingham, che ha descritto i primi passi programmati di «diversificazione dei mercati» a beneficio degli agricoltori e delle aziende.
In un prolungato giro di vite sulle esportazioni australiane, Pechino ha imposto restrizioni, nuove tariffe e blocchi alle importazioni di carbone, carne bovina, vino, orzo, frutti di mare e legno, per un valore su base annua di 20 miliardi di dollari australiani (13 miliardi di franchi).
Birmingham ha inoltre confermato che il governo ha intrapreso azioni presso l'Organizzazione Mondiale del Commercio contro una sovrattassa dell'80% imposta da Pechino sull'orzo australiano per presunto dumping.
Il ministro ha annunciato l'avvio di studi di fattibilità sui benefici di potenziali accordi di libero commercio con Israele e con i paesi dell'Associazione europea di libero scambio, Svizzera, Norvegia e Islanda. Il governo sta già negoziando accordi con l'Unione Europea e con la Gran Bretagna.
«Una volta realizzati, questi accordi assicureranno all'Australia una copertura quasi universale di accordi commerciali attraverso le economie di mercato democratiche avanzate dell'Ocse», ha aggiunto Birmingham, che ha inoltre segnalato l'importanza di rafforzare i legami con l'india, un grande mercato emergente per l'Australia, e con nazioni del Medio Oriente attraverso il Consiglio di cooperazione del Golfo.





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