Giovani «disertori» dall'Ucrania in Svizzera

Berna registra un netto aumento delle richieste di protezione da parte di ucraini tra i 18 e i 22 anni. In Germania i numeri sono ancora più alti. I politici chiedono di fermare l’«accoglienza dei disertori».
ZURIGO - In Germania il dibattito è già infuocato: esponenti della CDU parlano di una nuova “ondata migratoria” dall’Ucraina che andrebbe fermata.
Il ministro-presidente della Bavarina Markus Söder ha persino dichiarato che gli uomini ucraini «sarebbero più utili nel proprio Paese», dove dovrebbero preoccuparsi di difenderlo. Tali affermazioni sarebbero «semplicemente arroganti», replicano invece i socialdemocratici.
Il numero dei profughi ucraini, di recente, è aumentato in modo sensibile in tutta Europa, ha riferito domenica il SonntagsBlick. Un ruolo decisivo lo ha avuto una decisione del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj: alla fine di agosto ha revocato il divieto di espatrio per gli uomini tra i 18 e i 22 anni, imposto all’inizio della guerra nel 2022 per evitare che i giovani perdessero il legame con la patria vivendo all’estero.
Da settembre, secondo quanto confermato dalla Guardia di frontiera polacca, quasi 100.000 ucraini di questa fascia d’età hanno attraversato il confine. In Germania, secondo il Ministero dell’Interno, il numero dei giovani nuovi arrivati è salito fino a 1.800 a settimana.
Fino a 185 giovani ucraini a settimana anche in Svizzera - Anche in Svizzera si è registrato un aumento improvviso. Nel giro di due mesi, quasi un migliaio di ragazzi tra i 18 e i 22 anni hanno presentato una domanda di protezione, come mostrano i dati della Segreteria di Stato della migrazione (SEM). Durante l’estate, le domande provenienti da soggetti di questa fascia d’età si contavano sulle dita di una mano. Nella prima settimana di settembre erano già 33; in ottobre, si è arrivati a 185 richieste in una settimana.
Nel complesso, nel mese di settembre la Confederazione ha contato 1.600 richieste d’asilo da parte di cittadini ucraini, circa 1.000 in più rispetto a maggio. Secondo la SEM, l’aumento di settembre è «essenzialmente» riconducibile all’impennata delle domande da parte di giovani 18-22enni.
Le motivazioni della fuga - Resta una domanda: perché questi ragazzi si dirigono verso l’Europa occidentale? È possibile che vogliano rivedere le proprie famiglie già rifugiate all’estero o ricongiungersi con loro. C'è però chi sostiene che cerchino di mettersi al sicuro per evitare un futuro impiego al fronte. In Ucraina, infatti, la coscrizione militare può scattare a partire dai 25 anni.
«È evidente che questi giovani uomini stanno fuggendo dal servizio militare», afferma il consigliere nazionale UDC Pascal Schmid.
Attualmente in Svizzera vivono quasi 14.000 ucraini in età di leva (tra i 18 e i 60 anni). Schmid critica il fatto che «stiano qui a nostre spese». Ammette che sia difficile per chi deve andare al fronte, «ma qualcuno deve pur difendere la libertà».
L’UDC è per il rimpatrio - Già un anno fa, l’UDC aveva chiesto che gli ucraini in età di leva fossero rimandati nel loro Paese. Ora Schmid riapre il dibattito. «Bisogna immaginare come reagiremmo se la Svizzera fosse attaccata e 14.000 potenziali soldati si rifugiassero in Portogallo».
Per Schmid la questione è chiara: «Accogliere i disertori è un atto di mancanza di solidarietà e danneggia l’Ucraina, che senza soldati non può difendersi. In questo modo, indirettamente, si sostiene la Russia».
«L’UDC fa propaganda contro i rifugiati» - A sinistra, invece, si critica duramente l’argomentazione dell’UDC, definendola «pretestuosa e ipocrita», come afferma la consigliera nazionale socialista Céline Widmer. «All’UDC interessa solo fomentare sentimenti ostili contro i rifugiati. Il partito non fa nulla di concreto per aiutare chi soffre in Ucraina».
«Ritengo che questi giovani fuggano in Svizzera perché la loro vita e la loro incolumità sono in pericolo», prosegue Widmer. Nei dati della SEM, conclude, «non vedo alcun aumento massiccio tale da mettere in difficoltà le nostre strutture di accoglienza».
Le autorità federali precisano inoltre che, nel concedere lo status di protezione, «non è rilevante se una persona sia soggetta o meno al servizio militare». Secondo la SEM, la situazione si sta già stabilizzando: il numero delle richieste da parte dei giovani ucraini è in calo. Tutto lascia intendere che «il picco sia ormai stato superato».




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