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SVIZZERA/EUROPAIl miele contraffatto a basso costo invade il mercato europeo

12.12.24 - 23:30
Nuovi test suggeriscono che venga venduto su larga scala. Non si può escludere di trovarlo anche in Svizzera.
20min/Matthias Spicher
I test condotti in Germania e Austria hanno dimostrato che fino all'80% dei mieli dei supermercati contiene sciroppo di zucchero.
I test condotti in Germania e Austria hanno dimostrato che fino all'80% dei mieli dei supermercati contiene sciroppo di zucchero.
Il miele contraffatto a basso costo invade il mercato europeo
Nuovi test suggeriscono che venga venduto su larga scala. Non si può escludere di trovarlo anche in Svizzera.

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ZURIGO - Gli apicoltori professionisti di Austria e Germania sono in subbuglio. Il motivo: il miele a basso costo contraffatto proveniente dall'Asia starebbe invadendo gli scaffali dei rivenditori tedeschi.

Fino all'80% dei mieli provenienti dai supermercati tedeschi, stando a un recente test, erano adulterati, cioè diluiti con sciroppo di zucchero. Anche in Austria test simili hanno ottenuto «risultati scioccanti» non ancora resi pubblici per motivi legali.

Il problema è che la contraffazione del miele è molto difficile da individuare. I contraffattori sviluppano costantemente nuovi metodi per eludere i test standard. Per questo, le associazioni di apicoltori professionisti hanno inviato i campioni di miele prelevati dagli scaffali dei supermercati a un moderno laboratorio in Estonia, dove hanno effettuato analisi del DNA. È così sono state scoperte le contraffazioni.

Insomma, è possibile che tutti noi abbiamo già in casa del miele che è stato adulterato con sciroppo di zucchero a nostra insaputa. E non è solo illegale, ma mette in difficoltà gli apicoltori che si trovano a competere con i prezzi estremamente bassi.

Qual è la situazione in Svizzera? - È difficile dirlo. Lidl, Migros e Aldi offrono mieli molto economici provenienti da Paesi terzi. I rivenditori sottolineano all'unisono che tutti i loro mieli sono certificati e che vengono effettuati regolari controlli a campione; la qualità è la loro priorità assoluta.

Tuttavia, c'è motivo di sospettare che, nonostante i test, le sofisticate contraffazioni possano non essere state individuate. Solo Migros dichiara di astenersi dall'importare miele asiatico.

Cosa sta facendo la Svizzera? - Aggiungere sciroppo di zucchero al miele senza dichiararlo è illegale, fa notare l'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria. Ma: «Le frodi alimentari sono una realtà anche in Svizzera. Riguarda soprattutto i prodotti ad alto prezzo, per i quali la frode è economicamente vantaggiosa, come le spezie costose, il miele, il pesce o l'olio d'oliva», afferma la portavoce Tiziana Boebner-Lombardo. I venditori, cioè i dettaglianti, sono i principali responsabili dei controlli.

Vengono effettuati dei controlli? - I laboratori cantonali sono responsabili insieme ai rivenditori. Secondo Patrick Edder, chimico cantonale di Ginevra e vicepresidente dell'Associazione dei chimici cantonali svizzeri, non ci sono «indizi concreti che la Svizzera sia interessata da questo fenomeno». Non esiste quindi una strategia nazionale.

Tuttavia, Edder ammette: «Non so se i laboratori abbiano sviluppato metodi di analisi come quelli utilizzati per individuare il miele contraffatto in Germania e in Austria». Ergo: nessuno sa se i mieli a basso costo dei grossisti svizzeri superino effettivamente i test moderni e specializzati. O quanto sia alto il tasso di contraffazione di questi mieli.

Come reagiscono gli apicoltori svizzeri? - L'Associazione degli apicoltori svizzera riconosce che anche in Svizzera potrebbe esserci un problema di miele contraffatto a basso costo proveniente dall'estero. Secondo il presidente, Martin Schwegler: «La stragrande maggioranza degli apicoltori svizzeri svolge questa attività a titolo secondario, per passione. Non cerchiamo nemmeno di competere con i prezzi del miele straniero a basso costo perché abbiamo altri canali di vendita. Ecco perché il problema non è una priorità assoluta per noi».

L'apicoltore Robert Rohrer è di parere diverso: «Anche per orgoglio professionale abbiamo il dovere di lottare per garantire che, dove c'è l'etichetta miele, ci sia miele all'interno. I politici devono chiedere conto ai grossisti e i laboratori devono aggiornare i loro test».

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